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Concordia al sicuro a Genova, ora tocca al Santuario dei Cetacei

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News - 27 luglio, 2014
Con un po' di anticipo sulla tabella di marcia, grazie al meteo favorevole e all'ottima tenuta del progetto ingegneristico che ha rimosso il relitto, la Concordia è arrivata a Genova.

Si conclude la vicenda che è costata la vita a 33 persone e ha inflitto una ferita all'ambiente del Giglio e dell'Arcipelago Toscano e all'immagine del nostro Paese. I nostri monitoraggi non hanno fatto emergere alcun sversamento di idrocarburi o sostanze inquinanti.

Adesso però dobbiamo rivitalizzare il Santuario dei cetacei, rendere efficace il "Decreto anti-inchini" e inaugurare una nuova stagione dello smantellamento delle navi europee nel vecchio continente.

Ogni giorno, insieme a Legambiente, abbiamo raccontato cosa accadeva nel tragitto, monitorando il convoglio a bordo della Maria Teresa, l'imbarcazione della Fondazione Exodus di Don Mazzi.
Ora, vogliamo augurarci che il buon esito della rimozione del relitto possa essere un trampolino per rivitalizzare il Santuario dei cetacei. Politiche di gestione attente e tutela del mare, avrebbero potuto prevenire questa tragedia. Dopo il naufragio, con fin troppe resistenze, è stato varato un "Decreto anti-inchini" che è stato però già annacquato dalle pressioni delle lobby dei trasporti marittimi. Ci sono infatti i "passaggi ravvicinati" davanti a Venezia, Capri e Portofino, con la speranza che non si ripresenti l'ennesima emergenza annunciata.

D'altra parte è significativo che per la prima volta, da decenni, una grande nave venga smantellata in Italia: non possiamo aspettare tragedie come queste per fermare la vergognosa pratica dello smantellamento delle navi in cantieri fatiscenti in Paesi come la Turchia, l'India e il Bangladesh. Ci auguriamo che questa sia l'occasione per ripensare un modello industriale aberrante e garantire sul serio lo smaltimento in Europa delle imbarcazioni comunitarie.

Il nostro monitoraggio, tuttavia, non si conclude con l'arrivo della Concordia a Genova: insieme a Legambiente continueremo a vigilare sullo smaltimento della nave e sulle operazioni di bonifica e ripristino dei fondali del Giglio e chiediamo di partecipare come osservatori in questo delicato processo. Tutto questo, per chiedere anche un adeguato risarcimento del danno ambientale senza sconti per la proprietà.
Mai più un'altra Concordia.

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