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India, Greenpeace rischia di chiudere entro un mese (e con lei, la difesa dell’ambiente nel Paese)

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News - 8 maggio, 2015
A rischio non c’è solo la sopravvivenza della nostra associazione in India, ma la tutela ambientale e il diritto al dissenso: per questo abbiamo scritto al Ministero degli Esteri.

Da quando il Ministero degli Affari Interni indiano ha bloccato i conti nazionali di Greenpeace India, decisione presa poco dopo il blocco temporaneo della possibilità di ricevere fondi dall’estero, la difesa dell’ambiente e il diritto di esprimersi liberamente hanno subito una brusca battuta d’arresto.

Per questo abbiamo inviato una lettera al Ministro degli Esteri, chiedendo di sollevare la questione con la sua controparte in India, il Ministro degli Affari Esteri Sushma Swaraj, aiutando ad intraprendere un dialogo tra il settore delle ONG e il governo indiano.

Nel frattempo sono moltissime le voci che si stanno levando in difesa dei nostri colleghi in India: 150 organizzazioni della società civile, fra cui Greenpeace India, hanno scritto una lettera aperta al premier Modi, chiedendo di proteggere il diritto delle Ong a lavorare e alla libertà d’espressione.

Le restrizioni imposte a Greenpeace India da parte del Ministro degli Affari Interni indiano (MHA) vanno avanti ormai da un anno, e sono una minaccia estremamente preoccupante ai principi democratici fondamentali come il diritto di libertà di parola e di partecipazione pubblica nel Paese.

Secondo il Ministro degli Affari Interni indiano, l’uso che Greenpeace fa dei fondi – con l’obiettivo di difendere l’ambiente in India e a livello globale – pregiudicherebbe l’interesse pubblico ed economico della nazione. In un rapporto di un anno fa circa il Ministero degli Affari Interni indiano ha sostenuto che Greenpeace India ha influito negativamente sulla crescita del PIL con un impatto equivalente a circa il 2-3% all’anno. Una accusa assurda: Greenpeace India non ha alcun interesse a minare la crescita del PIL ma solo quella di difendere l’ambiente! Un’attività totalmente legale per ogni organizzazione ambientalista, sia in India che in qualsiasi altra parte del mondo!

Non possiamo accettare che i diritti di libertà di espressione e associazione, garantiti dalla Costituzione indiana e dalla legge internazionale sui diritti umani, siano colpiti in questo modo!

Noi abbiamo scritto al Ministro degli Esteri perché sollevi la questione a livello internazionale, ma c’è qualcosa che anche tu puoi fare per aiutarci. FIRMA LA PETIZIONE, affinché Greenpeace India possa continuare ad esistere e lottare per un futuro verde e di pace!  

 

 

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