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Turchia, più di 5000 ulivi distrutti per far posto al carbone

1 commento
News - 10 novembre, 2014
Distrutto l’uliveto di Yirca: la sentenza per impedire che avvenisse questa tragedia è arrivata troppo tardi, ma noi non ci arrendiamo. La nostra solidarietà a chi ha lottato per salvarlo.

Dopo settimane di lotta – quella dei nostri attivisti, quella degli abitanti del villaggio di Yirca – migliaia di alberi sono stati distrutti dalle ruspe della società elettrica Kolin Group, decisa a espandersi nella zona per costruire una nuova centrale a carbone. Un abbattimento violento e gratuito ai danni di ulivi secolari, peraltro illegale: gli uliveti erano infatti protetti da una norma che limita l’installazione di siti industriali a non meno di tre chilometri dalle colture. Ma la Kolin ha deciso di ignorare persino la legge e con un "esproprio urgente", concesso dal governo turco, ha proceduto alla distruzione forzosa di un territorio modellato da secoli di lavoro.

 

La comunità di Yirca si è battuta con coraggio per difendere la propria terra, ma il personale di sicurezza ha circondato l'uliveto, aggredendo fisicamente gli abitanti di Yırca e i nostri attivisti. Due persone sono state ricoverate in ospedale. Allontanati gli attivisti dalla zona, i bulldozer del gruppo Kolin hanno iniziato a tagliare illegalmente oltre 5000 piante.

La comunità locale, insieme a Greenpeace, aveva presentato ricorso contro questo esproprio, contestandolo come un piano distruttivo fuorilegge. Poche ore dopo gli scontri, un tribunale turco ha sospeso la decisione che autorizzava la compagnia a prendere il controllo dell’uliveto: ma era troppo tardi, gli alberi erano già stati abbattuti.

L’area di Yirca – che si trova vicino Soma, dove a maggio scorso si è consumata una delle più grandi tragedie della Turchia, con la morte di 301 lavoratori all’interno di una miniera di carbone - è già inquinata dalla seconda centrale a carbone più inquinante in Europa, di proprietà del  governo turco, circondata da enormi depositi di ceneri che causano dispersioni velenose in tutta l’area. Un’ altra centrale elettrica a carbone sarebbe insostenibile per la salute pubblica e l'ambiente.

Vogliamo giustizia per quello che è successo in Turchia. Perché Yirca potrebbe essere ovunque, e difenderla è un dovere.

La nostra battaglia non è ancora finita!

 

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1 Commento Aggiungi commento

(Unregistered) Per l'italia ha detto:

L'uomo sta divendando una animale pericoloso e scandaloso lo capisco io che studio è ho solo 14 anni NON SCHERZIAMO!!!!! CON LE COSE SERIE

Posted 13 novembre, 2014 a 19:14 Segnala un abuso Reply

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