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Una rottamazione (e un Santuario) senza Concordia

News - 30 giugno, 2014
Il Consiglio dei Ministri ha deciso di smantellare il relitto della Costa Concordia a Genova, ma il tragitto è pieno di pericoli.

Questa sera, nelle stesse ore in cui il Governo stava decidendo di rottamare il relitto della nave a Genova, la nostra Rainbow Warrior è arrivata all’Isola del Giglio.

Al tramonto, sulla nostra nave posizionata non lontano dal relitto, sono iniziati a comparire gli interrogativi a cui non abbiamo mai ricevuto risposta, come “Un altro disastro, quanto ci Costa?” e “In mare aperto per 5 giorni?”.

Fino ad oggi erano infatti due le fazioni dei "rottamatori" della Concordia: da un lato il Commissario Gabrielli (che la Concordia la voleva portare a Genova) e dall’altro il Presidente della Regione Toscana che riteneva Piombino (e quindi la Toscana) il sito migliore.

Non abbiamo mai fatto il tifo per la scelta di una città rispetto a un’altra, ma solo per il Giglio e per lo splendido mare del Santuario dei Cetacei per il quale facciamo campagna da anni. Lo smaltimento delle navi è bene che avvenga il più vicino possibile al luogo in cui si trovano per minimizzare i rischi ambientali, soprattutto quando hanno subito gravi danni.

Cinque giorni di "navigazione" nel Santuario dei Cetacei per arrivare al Porto di Genova, per un relitto che contiene sostanze pericolose, rappresentano un tragitto che di "Concordia" ne vede davvero poca.

Nessuno ha ancora mai risposto alle nostre domande sulla rottamazione.

  1. Non ci hanno detto che cosa sarebbe successo se il cassone (sponson) che si è staccato durante il montaggio si fosse invece staccato durante il traino.
  2. Che garanzie "meteo" possono esserci per un viaggio che dura ben 5 giorni?
  3. Chi e come monitorerà le acque luride dentro il relitto e gli interscambi con l'ambiente esterno, il tanto ammirato Santuario dei Cetacei?
  4. Chi vigilerà sul rispetto delle norme comunitarie durante le operazioni, non facili, di smaltimento?
  5. A cosa serviranno due poli per la rottamazione a pochi kilometri di distanza?

Dopo Piombino, infatti, anche a Genova un provvedimento della Regione ha "autorizzato" la creazione di un polo per lo smantellamento delle navi.

Ad oggi, di "poli" come questi in Europa non ne esistono.

Il perché è presto detto, tutti quanti, Italia compresa, abbiamo infatti approvato a Bruxelles una norma "trappola" che condanna queste iniziative economiche se non a morte certa almeno a un'esistenza legata a sussidi e interventi di Stato: il il Regolamento UE 1257/2013 fissa infatti norme rigide per lo smaltimento delle navi con bandiera europea. Ma non vieta (non può) a un armatore europeo di fare quello che Costa/Carnival ha già fatto con la Costa Allegra (incendiatasi poche settimane dopo la Concordia): venduta a un intermediario, la Allegra ha cambiato nome in Santa Cruise, ha preso la bandiera del Sierra Leone ed è stata rottamata in Turchia.

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