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È il terzo giorno di occupazione per me e Timo. Siamo appesi alla catena dell’ancora della Stena Carron. Stiamo bloccando questa nave gigantesca per impedirgli di effettuare perforazioni alle isole Shetland.

Per poter resistere così a lungo abbiamo approntato una capsula di sopravvivenza di due metri di diametro che ci permette di stare al riparo dalle condizioni meteo non proprio favorevoli.


Abbiamo acqua e cibo per resistere molti giorni, sacchi a pelo, libri e carte da gioco per passare il tempo, perché qui dentro le giornate sono decisamente lunghe.


C’è un forte vento che fa muovere la capsula in continuazione ma siamo tranquilli: il sistema che abbiamo usato per tenerla in posizione di sicurezza è sicuro al 100 %.


Siamo in costante contatto radio con la nostra nave Esperanza e anche con l’equipaggio della Stena Carron che ogni tanto ci domanda come stiamo.


ImmagineQuando usciamo fuori dalla capsula per controllare i punti d’ancoraggio sulla catena la vista delle isole Shetland è meravigliosa. Le onde che si infrangono sugli scogli, le colline incontaminate, le foche e gli altri animali che vivono qui, tutto questo viene messo a rischio dalle perforazioni off-shore.

Un possibile sversamento di petrolio devasterebbe quest’area e tutto l’ecosistema del Mare del Nord.
Da due mesi sono imbarcato come marinaio sull’Esperanza per il tour nell’Artico.

Abbiamo già bloccato le controverse perforazioni di una piattaforma della Cairn Energy e non ci fermeremo. Chiediamo una moratoria per ogni nuova perforazione off-shore. È ora di liberarci dalla schiavitù del petrolio e costruire un futuro basato su energie pulite.

Nazareth (Marinaio a bordo dell'Esperanza)