Lo scorso 30 Novembre è cominciata a Parigi la ventunesima edizione della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP21), che si concluderà l’ 11 Dicembre 2015. Fra i molti temi che si stanno affrontando, c’è anche quello della deforestazione, riconosciuta come uno dei punti cardine alla base del problema del surriscaldamento globale.
Un gruppo di sedici Paesi donatori, tra cui Gran Bretagna, Germania e Norvegia, e di Paesi colpiti dalla deforestazione, tra cui Perù, Brasile e Indonesia, affiancati da rappresentanti di aziende, società civile e popolazioni indigene, hanno lanciato una nuova partnership per proteggere e ricostituire le foreste, un fattore chiave per la mitigazione dei cambiamenti climatici. L'iniziativa raccoglie il testimone di un percorso lanciato l'anno scorso durante la COP20 di Lima, puntando a passare dalla sottoscrizione di accordi e impegni alla loro implementazione.
Proprio in apertura della Conferenza, il presidente indonesiano Yoko Widodo ha fatto un passo avanti verso la riduzione delle emissioni del paese, ma la strada da percorrere per proteggere in maniera efficace le foreste indonesiane è ancora lunga. Se il suo impegno acquisirà forza di legge, rappresenterà un punto di partenza importante per ridurre le emissioni di CO2, ma se non vi sarà alcun riferimento alla protezione e il ripristino delle torbiere, non sarà possibile fermare la deforestazione e i devastanti incendi che la caratterizzano.
Nel frattempo, nel villaggio di Paduran (distretto di Pulang Pisau) nel Kalimantan centrale, gli attivisti di Greenpeace, con la collaborazione della ONG Save Our Borneo e del Centro per la Cooperazione Internazionale nella Gestione sostenibile delle torbiere tropicali (CIMTROP), Università di Palangka Raya, hanno costruito una diga per ripristinare i livelli di acqua in una torbiera che veniva drenata per favorire l’espansione di alcune piantagioni. Greenpeace chiede la protezione delle foreste e le torbiere per prevenire gli incendi e ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
In Indonesia, la distruzione delle foresta è la principale fonte di emissioni di gas ad effetto serra. Dal 1990, il paese ha perso 31 milioni di ettari di foresta pluviale, un'area grande quasi quanto la Germania. Attualmente, l’Indonesia ha il più alto tasso di deforestazione, dovuto in gran parte al suo ruolo come maggior produttore mondiale di olio di palma. Nonostante l'introduzione nel 2011 di una moratoria sulle concessioni di piantagioni sulle foreste primarie e torbiere, il tasso di deforestazione nazionale è aumentato.
Investendo nella protezione e il restauro delle foreste, l’Indonesia avrebbe il potenziale per ridurre in maniera immediata ed efficace le emissioni di gas serra a livello globale.
Esortiamo il presidente indonesiano a non perdere l’occasione unica fornita dalla COP21 per salvare le foreste e le torbiere dell'Indonesia. L’Indonesia ha bisogno di leggi che proteggano in maniera integrale le sue foreste, di sanzioni per chi infrangerà queste leggi e di trasparenza in merito a chi controlla la piantagioni, per monitorare adeguatamente la situazione degli incendi. Questi sono i requisiti necessari per affrontare seriamente il problema del vincolo fra deforestazione e cambiamenti climatici partendo dall’Indonesia.
Martina Borghi, campaigner Foreste