C’è molto nervosismo oggi al Bella Center per le manifestazioni delle Ong. Appena entro nel centro congressi, alcuni rappresentanti di associazioni sono a terra con dei cartelli, circondati da diversi fotografi e da un cordone di sicurezza delle Nazioni Unite. Sono stato cacciato in malo modo da questi agenti nonostante il badge stampa: "Non sono affari tuoi cosa succede qui, allontanati", impossibile quindi a distanza leggere i cartelli degli attivisti, chi fossero e cosa chiedessero.

Nella lunga marcia sotto il nevischio per raggiungere il centro ho visto anche altri attivisti che avevano violato in bicicletta la zona interdetta che venivano caricati sui mezzi della polizia. L’unico ponticello su un canale che poteva servire a raggiungere il Bella Center è stato chiuso da una palizzata e dal filo spinato, mentre poliziotti a cavallo pattugliano l’area. A riscaldare l’atmosfera nella plenaria ci ha pensato invece Hugo Chavez poco fa, chiedendo ai Paesi sviluppati di fare la loro parte in considerazione della loro maggiore responsabilità. L’intervento e’ stato molto applaudito (anche da giornalisti e osservatori che lo seguivano dai maxi scherzo disseminati ovunque) e ha molto divertito per i continui riferimenti ideologici: il presidente del Venenzuela ha anche mostrato un libro dal titolo “Come i ricchi distruggono il planeta”, parlando di lotta al capitalismo e del ruolo degli Usa.

L’attesa ora è tutta per Hillary Clinton e Barack Obama che dovrebbero arrivare domani. L’intervento del presidente cinese è invece misteriosamente scomparso dal calendario, mentre il ministro Prestigiacomo parlerà alle tre del mattino di venerdì.. La ragione dell’infausto orario pare risiedere nel Protocollo. Parlano prima i Capi di Stato e i ministri degli esteri, poi gli altri. E cosi’ siamo in fondo alla lista, dopo l’Afghanistan e il Costa Rica. Kumi Naidoo, direttore di Greenpeace International, ha tenuto un’affollata conferenza stampa oggi, insieme a Wwf e Oxfam, per fare un punto sullo stallo dei negoziati. C'e’ ancora la speranza che si possa raggiungere un accordo, nonostante il tempo stringa. A Kyoto, ha ricordato Naidoo, l’unico capo di stato presente era quello di casa, il giapponese. Speriamo che 119 Capi di Stato non vengano a Copenhagen solo per i mercatini natalizi.