Quando si parla di cambiamenti climatici, gli argomenti etici tendono a essere messi in secondo piano rispetto ai temi scientifici, economici e politici. Naturalmente, ci sono molte buone ragioni per un accordo globale ambizioso e giuridicamente vincolante sul clima. Dal 1990, cinque rapporti dell’IPCC (Commissione Intergovernativa sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite), con crescenti prove scientifiche, ci hanno messo in guardia più volte sui rischi catastrofici derivanti dalle emissioni di gas a effetto serra.

Gli effetti sempre più distruttivi dei cambiamenti climatici aumentano l’urgenza di azioni di contrasto e sollevano un fondamentale tema di giustizia globale. Non appena si è capito che i cambiamenti climatici colpiscono già oggi milioni di persone, per lo più poveri, che sono i più vulnerabili, e allo stesso tempo sono i meno responsabili del riscaldamento globale, il tema è diventato una questione etica. Come  scrive Daniel Mittler, Direttore Politico di Greenpeace International, "il cambiamento climatico non è più solo un problema cui prepararsi. I suoi effetti si stanno verificando ora. Sono già reali - e troppo spesso mortali – e sono adesso".

Molti governi o negano o ignorano il problema e, con grandi interessi industriali che mettono il profitto davanti alla responsabilità, la minaccia di un catastrofico cambiamento climatico pesa sempre di più sui poveri.

Il cambiamento climatico è qui, oggi, e già colpisce milioni di persone, con impatti diretti e indiretti; colpisce la disponibilità di acqua, mettendo in pericolo la produzione alimentare, e costringendo sempre più persone ad abbandonare le loro terre. Il cambiamento climatico aumenta il rischio di conflitti. I combustibili fossili e le guerre per le risorse - energia, acqua, cibo - sono interconnessi.

Mettendo l'etica di nuovo al centro della questione ambientale, l'Enciclica Laudato si’ , si basa sulla valutazione dell'IPCC per sviluppare un discorso teologico e morale. E  giunge alle stesse conclusioni: i cambiamenti climatici pongono una questione morale ed etica fondamentale di giustizia sociale che richiede un cambiamento radicale nelle politiche, negli stili di vita e visioni del futuro. Non è solo un forte messaggio ai 1,2 miliardi di cattolici nel mondo, ma è, in un certo senso, il suono del corno di Gabriele per tutti, e ovunque.

Iniziative interreligiose e di persone “di buona volontà” sono in crescita. Come la marcia "Una Terra, Una Famiglia Umana" che si svolgerà a Roma domenica 28 giugno da Piazza Farnese a Piazza San Pietro, che andrà dal Papa all’Angelus.

Per Greenpeace, che ha promosso una campagna sui cambiamenti climatici da 25 anni, questa Enciclica è una buona notizia. Il tema etico implicato nella questione dei cambiamenti climatici è stato oggi amplificato a livello mondiale. Questo aumenterà la pressione sui nostri leader politici ad agire per rispondere a una coalizione sul clima globale mai vista prima, di miliardi di cittadini in tutto il mondo.

Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia