L’Europa ha scelto di stare dalla parte delle api. Le ragioni di apicoltori, ambientalisti e agricoltori, forti dell’esperienza sul campo e dell’evidenza scientifica, hanno avuto la meglio sugli interessi delle grandi multinazionali dell’agro-chimica. Ma la strada per salvare le api e con loro l’equilibrio del nostro ecosistema è appena cominciata. Il 29 aprile, la maggioranza dei Paesi UE (Italia esclusa) ha votato a favore di un bando parziale nell’uso dei pesticidi killer delle api Clothianidin, Imidacloprid e Thiametoxam (di Bayer e Syngenta). Un segnale politico forte che adesso permette all’Europa di fare un passo fondamentale nella giusta direzione.

Il bando deve ancora essere confermato a livello ufficiale dalla Commissione Europea, ma la mobilitazione del mondo scientifico, politico e civile contro i pesticidi killer non può più essere fermata. “La Commissione andrà avanti su questo testo nelle prossime settimane”, con queste parole Tonio Borg, commissario europeo per la Salute e la Tutela dei Consumatori, ha chiaramente espresso la sua opinione a seguito del voto del 29 aprile. I Paesi UE non sono riusciti a raggiungere la maggioranza qualificata necessaria per mettere automaticamente in atto il bando né al primo né al secondo voto, ma la Commissione ha il potere di andare avanti e rendere effettiva la proposta.

Con l'adozione del provvedimento, l’Europa otterrà il primato a livello globale nella messa al bando dei pesticidi killer delle api. In questo modo verrà vietato l’uso di tre neonicotinoidi (Clothianidin, Imidacloprid e Thiametoxam) per il trattamento delle sementi di alcune colture e in parte ne verrà limitato l'uso per la disinfestazione del suolo e il trattamento fogliare.

Chi minaccia le api: Bayer e Syngenta

I tre pesticidi killer previsti dal bando sono prodotti di punta dei giganti dell’agro-chimica Syngenta e Bayer. Le due multinazionali hanno portato avanti una dura campagna di pressione cercando di salvaguardare i loro interessi a discapito della salute del nostro ecosistema. Fingendo di ignorare o ignorando consapevolmente i risultati delle ricerche scientifiche sulla tossicità dei loro pesticidi, Syngenta e Bayer hanno fatto di tutto per ostacolare il bando. Di fronte a questi tentativi di sabotaggio Greenpeace non è rimasta in silenzio. Alcuni di noi hanno preso parte, insieme agli apicoltori, alle assemblee degli azionisti di Syngenta e Bayer in Svizzera e Germania, e i nostri climber hanno portato il nostro messaggio fino in cima ai palazzi delle due grandi multinazionali.



C’è ancora molta strada da fare

Con l'entrata in vigore del bando avremo fatto solo il primo passo. Si tratterà, infatti, di un provvedimento temporaneo e incompleto. Innanzitutto sarà un bando di soli due anni, che rischiano di non essere sufficienti per permettere una ripresa reale delle popolazioni di api e degli altri insetti impollinatori. In secondo luogo, le limitazioni nell’uso dei neonicotinoidi per il trattamento delle sementi riguardano solo alcune colture: mais, colza, girasole e cotone. Infine, è necessario considerare il fatto che una volta introdotti in ambiente, questi pesticidi – e i loro effetti tossici – persistono nei terreni anche per lunghi periodi.

In un recente studio scientifico condotto in Olanda è stato riscontrato che anche l’utilizzo in serra di queste sostanze ha delle conseguenze nocive sui sistemi acquatici, incidendo sulla biodiversità delle popolazioni di insetti. La conclusione è che con questo bando le api e gli altri insetti impollinatori non saranno ancora in salvo.

Greenpeace chiede all’Europa di continuare sulla buona strada e di vietare i neonicotinoidi in tutte le forme in cui vengono utilizzati.. E non solo, oltre ai tre neonicotinoidi previsti dal bando, nel nostro rapporto “Salviamo le api” abbiamo individuato altri quattro pesticidi killer delle api, anche questi devono essere inclusi nel divieto e rimossi dal mercato.

Solo una volta raggiunto anche questo obiettivo, potremmo dire di aver iniziato un vero cambiamento volto ad abbandonare l’agricoltura di stampo industriale dipendente dalla chimica a favore di pratiche agricole più moderne ed ecologiche.
Siamo solo all’inizio, ma sappiamo in che direzione andare.

Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile