Per due anni, ricercatori guidati da Gilles-Eric Seralini, professore presso l'Università di Caen e membro del CRIIGEN (Comitato per la ricerca indipendente e sull'ingegneria genetica), hanno studiato ratti alimentati con mais geneticamente modificato NK603. Lo studio pubblicato mostra risultati allarmanti: i ratti nutriti con il mais OGM sono morti precocemente o sofferto di danni a reni, fegato e tumori.

Il team del Prof. Seralini ha effettuato lo studio su 200 ratti. Un gruppo di ratti è stato alimentato direttamente con mais OGM non trattato con l'erbicida. Un secondo gruppo con il mais transgenico che è stato precedentemente trattato con l'erbicida Roundup. Un terzo gruppo di ratti è stato nutrito con mais convenzionale, ma nell'acqua era presente una dose di Roundup al di sotto della soglia autorizzata per l'acqua potabile. In tutti e tre i gruppi sono stati osservati tassi di mortalità più elevati o problemi a fegato e reni rispetto agli animali del gruppo di controllo. Maggiori informazioni sullo studio.

Il mais NK603, sviluppato dalla statunitense Monsanto, è stato geneticamente modificato per essere resistente al glifosato, erbicida comunemente noto con il nome di Roundup ed è stato approvato per l'importazione in Europa per l'utilizzo in alimenti e mangimi. Lo potremmo, quindi, trovare sotto forma di farina, amido, olio di mais o più probabilmente nei mangimi destinati agli allevamenti animali.

Già dal 2007 sono suonati i primi campanelli d'allarme sulla potenziale pericolosità del mais OGM NK603. Basandosi su studi sull'alimentazione commissionati dalla Monsanto, Gilles-Eric Seralini aveva evidenziato alterazioni funzionali in reni e fegato dei ratti.

Riguardo all’erbicida Roundup, i suoi impatti su ambiente e salute sono stati ampiamente denunciati. Scienziati e ambientalisti chiedono da tempo una nuova valutazione dato che l'uso di questo erbicida è in aumento in tutto il mondo dopo l'introduzione delle colture OGM.

La maggior parte delle coltivazioni OGM a livello mondiale hanno come caratteristica quella di essere resistenti agli erbicidi. Il loro utilizzo finale è quello di diventare mangimi per bovini, suini e polli nei paesi ricchi. Tutto ciò all'insaputa dei consumatori dato che i prodotti di origine animale come uova, latte, carne e formaggio non sono sottoposti a etichettatura obbligatoria.

L'ingegneria genetica è e rimane una tecnologia rischiosa. Questo nuovo studio è un’altra conferma che l'attuale procedura di autorizzazione e valutazione sulla sicurezza degli OGM è del tutto inadeguata e che l’effetto delle colture OGM sulla salute umana e animale rimane sconosciuto. Gli OGM non hanno nessun valore aggiunto né per i consumatori né per l'agricoltura. Rappresentano solo un rischio imprevedibile e perciò non dovrebbero arrivare in campo e nel nostro cibo. È necessario usare il buon senso e non correre rischi inutili: applicare il principio di precauzione e adottare una moratoria all'importazione e alla coltivazione di OGM in Italia e in Europa.

Per evitare gli OGM sulle nostre tavole abbiamo due modi:
- acquistare prodotti biologici;
- acquistare  prodotti delle aziende che sono in grado di escluderne l'uso (anche nell'alimentazione animale) e lo specificano in etichetta in forma volontaria.
Con la salute, non possiamo correre rischi inutili.

Federica Ferrario, responsabile campagna OGM