Terzo giorno di lavori a Copenhagen e gli attivisti di Greenpeace con i loro impermeabili gialli sono sempre lì la mattina che accolgono i delegati offrendo loro un buon caffè biologico. Impossibile non notarli quando esci dalla metropolitana e stai magari trangugiando il tuo kanelbulle (tipico croissant danese alla cannella) mattutino.

Sono qui alla Cop15 come giornalista ambientalista. Collaboro con diverse testate ma sto anche dando una mano all' ufficio stampa di Greenpeace Italia, visto che per 6 anni, dal 2001 al 2007 sono stato capo ufficio stampa di Greenpeace seguendo diverse Conferenze delle parti. Ma questa secondo me è piu importante, forse l'appuntamento di maggior rilievo per la Terra dopo Rio e Johannesburg.

Anche oggi la fila per entrare al centro congressi era ragguardevole e dentro sei travolto dalla quantità di stimoli visivi e sonori come in una gigantesca fiera. In ballo c'è però una posta molto importante, il clima, il futuro del pianeta. E non perdiamo la speranza in Obama e nella amministrazione Usa. In questo momento i miei colleghi stanno seguendo quello che dice Lisa Jackson dell' Epa (Agenzia americana per l ambiente), la donna che ha impresso una svolta ambientalista alla politica americana. Ieri ho conosciuto anche Kumi Naidoo, il direttore sudafricano di Greenpeace International, che avevo intervistato su "Famiglia Cristiana".

Dal vivo colpisce davvero, gesticola molto, chiaramente empatico e comunica molto bene la sua storia e un messaggio di speranza che ora è importante: "Se gli Stati europei sono stati capaci in una notte di trovare i soldi per affrontare la crisi finanziaria, devono trovarli ora per la crisi ambientale". Speriamo che domani a Bruxelles, dove c'è un importante vertice in vista della conclusione della Cop15, questo messaggio arrivi.

Gabriele Salari