GP023WONegli ultimi mesi il più grande criminale forestale di tutti i tempi – l’indonesiana Sinar Mas - ha investito parte delle sue energie per difendersi e contrastare le più recenti accuse mosse da Greenpeace nel rapporto “Pulping the planet”(Chi manda al macero le foreste del pianeta, in italiano).


In questo rapporto, infatti, denunciavamo come - a causa dei loro rapporti commerciali con la multinazionale della carta APP, di proprietà, manco a dirlo, di Sinar Mas - alcuni marchi internazionali tra cui Auchan, Burger King e Shiseido stiano contribuendo ad accelerare i cambiamenti climatici e a portare verso l’estinzione specie come la tigre di Sumatra e l’orango indonesiano.


Dopo la nostra denuncia Burger King e Auchan hanno cancellato i propri contratti con Sinar Mas e tutte le multinazionali che appartengono all’impero finanziario di quest’ultima, come APP. Queste due aziende si aggiungono quindi alla ormai nutrita lista di aziende che come Unilever, Kraft e Nestlè hanno cancellato i propri contratti con tutte le aziende del gruppo Sinar Mas.


Persino la RSPO (Tavola Rotonda per la Sostenibilità dell’Olio di Palma), un’organizzazione creata dalla stessa industria della palma da olio, e fortemente criticata da Greenpeace in passato, in seguito a un audit scaturito dalle nostre accuse ha espresso a Sinar Mas una serie di preoccupazioni sulle pratiche poco ortodosse in atto presso le piantagioni industriali di quest’ultima. Potete leggere l’originale delle lettere a questo link.


Oppure potete fidarvi di questa mia sintesi: “Cara Sinar Mas, datti una regolata perché così sei indifendibile e ci toccherà buttarti fuori dalla RSPO.”.


Sinar Mas però non demorde, assume Alan Oxley e la sua società “indipendente” ITS. Alan Oxley ha per anni lavorato per aziende coinvolte in attività forestali molto controverse. Dire “indipendente” mi pare eccessivo.


Oxley scrive un rapporto di una sessantina di pagine e Sinar Mas provvede a lanciare un comunicato stampa internazionale (in Italia ripreso dall’Ansa) sostenendo che le nostre indagini su Sinar Mas e APP sono “fiction”, basate su dati falsi e creati ad arte, si basano su fonti inaffidabili e con ampi margini di errore.


Noi invece siamo sicuri, ma proprio sicuri, che sia stato proprio Oxley a fare errori piuttosto grossolani nella sua valutazione:


  • Ha usato mappe vecchie di anni che non mostrano neanche dove si sviluppano le nuove concessioni di Sinar Mas su aree forestali

  • Non fa menzione, nel suo rapporto, dei piani di espansione di Sinar Mas (siamo riusciti ad averli noi di Greenpeace ma lui che viene pagato proprio da Sinar Mas non ci riesce)

  • Non ha notato che i dati utilizzati da Greenpeace per il rapporto Pulping the Planet  sono gli stessi dati utilizzati dal Governo indonesiano per elaborare il proprio piano di abbattimento delle emissioni a livello nazionale.


L’unica cosa che Oxley ha dimostrato e confermato  è il suo personale interesse, di vecchia data pare, ad attaccare ONG per conto dell’industria invece di verificare i fatti in maniera “indipendente”.


GP01W6TMa queste reazioni, in fondo, a noi fanno piacere. Sono la prova che riusciamo ancora a colpire nel segno. I disperati tentativi di Sinar Mas di coprire le proprie attività di deforestazione rampante ne sono la dimostrazione. Probabilmente Alan Oxley è stato assunto da Sinar Mas perché non era rimasto nessuno dotato di un minimo di credibilità che aveva ancora voglia di lavorare per loro.


Pare che persino la società che curava le pubbliche relazione del “campione della deforestazione indonesiano”, la blasonatissima Weber Shandwick, abbia abbandonato l’idea di promuovere un’azienda come Sinar Mas. Li capisco.


Se Sinar Mas vuole davvero impegnarsi sulla strada della sostenibilità farebbe meglio a smettere di distruggere le foreste e mandare il clima del pianeta a farsi friggere invece di pagare profumatamente analisti dell’ultima ora per cercare di coprire, un pò troppo sommariamente, le proprie tracce.


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Chiara Campione


(Greenpeace Italia, Responsabile campagna Foreste)