Per chi come me è stato folgorato a metà degli anni Settanta dalla sua visione e dal suo agire quotidiano, la scomparsa di Marco Pannella è una perdita incommensurabile.

[Marco Pannella, foto da Il Fatto Quotidiano]

Un visionario che voleva solo un’Italia moderna e migliore, con uno sguardo sempre proiettato al futuro. E tra le sue tante battaglie per i diritti umani, civili e sociali, per noi di Greenpeace è facile riconoscerlo come un ambientalista ante litteram. Ricordo il Congresso del 1977 quando il Partito Radicale mise al centro dei suoi obiettivi la difesa dell’ambiente e la lotta al nucleare.

Un uomo politico, ma anzitutto un attivista, al quale oggi molti tributano onori, dopo averlo combattuto in vita, e ancora più colpevolmente troppe volte trascurato.

A Pannella noi, come attivisti di Greenpeace, possiamo solo dire grazie. Noi, i “guerrieri dell’arcobaleno” ci sentiamo idealmente vicini a un combattente come lui, anche per i suoi metodi di lotta, innanzitutto nonviolenti, con campagne specifiche, puntando diritti all’obiettivo finale.

Grazie per essere stato un modello di etica, caparbietà e integrità morale.
Terrò sempre dentro di me la sua esortazione: “non accontentarti mai del probabile ma cerca sempre il possibile“!

Ivan Novelli, già Presidente di Greenpeace Italia