In uno scenario dove i segnali del cambiamento climatico si intensificano e fanno sempre più temere per il futuro del Pianeta, una storia firmata Greenpeace rende ottimismo e fa capire come impegnarsi per prevenire il peggio non sia affatto inutile.

Due anni fa lanciammo una campagna contro Volkswagen, il maggior produttore di auto in Europa, il secondo al mondo, proprietario di marchi quali Audi, Bentley, Bugatti, Lamborghini, Porsche, SEAT ,Skoda. Il marchio tedesco è leader non solo in termini di fatturato, ma anche per capacità produttive e tecnologiche. Volevamo cambiare gli standard di emissione di una grande casa automobilistica (in Europa 1 macchina su 5 viene dal gruppo VW), credendo che ciò potesse fare la differenza. Il settore trasporti rappresenta, su scala globale, circa il 20% delle emissioni dirette di gas serra; e la maggior parte di queste vengono dalla mobilità su strada. Dal 1970 a oggi la crescita delle emissioni del settore trasporti è stata del 120%, inferiore solo a quella del settore energia. Cambiare i consumi della flotta Volkswagen, quindi, avrebbe comportato:

- una riduzione diretta delle emissioni di CO2 dalla mobilità su gomma;
- ridurre una riduzione della dipendenza dal petrolio;
- guidare tutte le aziende automobilistiche verso nuovi traguardi di efficienza;
- sottrarre i decisori (governi e organismi sovranazionali) dalle pressioni di lobby che spingono contro ogni istanza di salvaguardia del clima.

Sembrava una sfida impossibile. Fino a ieri, quando dal Motor Show di Ginevra Volkswagen ha preso un impegno significativo, dichiarando pubblicamente che la sua flotta emetterà mediamente 95 grammi di CO2 (un consumo di circa 4 litri per 100 chilometri) entro il 2020.

Nel 2010, quando lanciammo la nostra campagna ispirata alla narrativa di Star Wars – che Volkswagen aveva brillantemente sfruttato per un suo bellissimo spot – la prima risposta che ricevemmo dall’azienda fu la seguente: che quell’obiettivo di efficienza – 95gr CO2/km – era impossibile e irrealistico per l’industria automobilistica. Ma noi vedevamo il Bene in Volkswagen (disponevano già della migliore tecnologia di abbattimento delle emissioni, la Bluemotion, ma la commercializzavano poco); e decidemmo di voler sottrarre l’azienda dal Lato Oscuro della Forza!

Quello assunto ieri è un impegno doppiamente significativo: perché preso prima che l’Unione Europea riveda gli obiettivi di efficienza per i motori (una decisione in tal senso è attesa per il giugno prossimo: e dovrebbe indicare proprio quel valore - 95grCO2/km - come parametro per il 2020); e perché Volkswagen si è impegnata a raggiungere quel traguardo senza avvalersi di alcun “trucchetto” nei metodi di calcolo delle emissioni della sua flotta (trucchetti che temiamo indeboliranno invece la normativa europea). I parametri di emissione che l’azienda dichiara di voler raggiungere garantiranno – solo in Europa - la mancata emissione di 4,5 milioni di tonnellate di CO2, nel ciclo di vita dei veicoli, e un risparmio di 1,8 miliardi di litri di petrolio.

Quindici anni fa la sola automobile capace di contenere le sue emissioni entro i 95 grammi di CO2 per chilometro era un veicolo sperimentale, la Smile, prodotto da Greenpeace. Entro la fine del decennio quello standard di emissioni potrebbe essere comune a tutta l’industria automobilistica, con un risparmio per gli automobilisti di quasi 400 euro l’anno e con la possibilità di dimezzare le emissioni di gas serra provenienti dal traffico su gomma entro il 2025.

Greenpeace non ce l’avrebbe mai fatta a smuovere un colosso come Volkswagen senza il sostegno di oltre 500 mila persone in tutto il mondo. La vittoria di oggi è tutta per il clima e per il Pianeta. E per quanti mal sopportano la parola “impossibile” e, al pessimismo della ragione, rispondono con l’ottimismo della volontà.
Ancora grazie ai 500 mila Jedi che si sono uniti all’Alleanza Ribelle e hanno sconfitto il Lato Oscuro di Volkwagen. La Forza sia con voi.

Andrea Boraschi, responsabile campagna Energia e Clima