Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

In azione alla Barcolana: Gazprom distrugge l'artico

News - 13 ottobre, 2013
Barcolana 2013. Trieste. I nostri gommoni sono entrati in azione. L'obiettivo? Lo sponsor della barca Esimit Europa 2: il gigante russo dell’energia Gazprom. Chiediamo a Gazprom di ritirare immediatamente i piani di trivellazione nell’Artico. Sono loro i veri pirati! I nostri #FreeTheArctic30 sono solo colpevoli di pacifismo.

La protesta di oggi non é certo contro la Barcolana, mè contro il mondo della vela. Il punto è che Gazprom, lo sponsor della barca Esimit, é una minaccia per l'Artico e per tutti noi. Ed è paradossale che questa sia la prima barca con bandiera "europea" e simbolo ufficiale dell’innovazione e dell’efficienza del nostro continente.

La Gazprom rischia di avere il triste primato dello sfruttamento delle riserve di petrolio dell'Artico. Ma la sua piattaforma, la Prirazlomnaya, è una struttura obsoleta prima ancora di entrare in produzione: è costruita con materiali dismessi e di seconda mano e ci sono seri dubbi su come possa resistere alle dure condizioni climatiche locali.

La Gazprom sembra non curarsi del rischio di catastrofe ambientale legate alle sua attività di estrazione: le tecnologie comunemente utilizzate per rimediare agli sversamenti di petrolio sarebbero inutilizzabili a quelle latitudini. In caso di incidente, le conseguenze sarebbero terribili. E a pagare sarebbero solo i cittadini e l'ambiente.

Proprio per attirare l’attenzione sui rischi di simili operazioni, il 18 settembre avevamo cercato di scalare la piattaforma per una protesta pacifica. Il resto della storia è nota: la nave Arctic Sunrise abbordata illegalmente; 28 attivisti e due video operatori freelance arrestati e accusati ingiustamente di pirateria. Ma chi sono i veri pirati? Giudicate voi. Noi non abbiamo dubbi: i #FreeTheArctic30 sono solo colpevoli di pacifismo.