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Porto Tolle-Enel, è ora di archiviare per sempre il carbone

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News - 1 aprile, 2014
Il Tribunale di Rovigo ha condannato ieri in primo grado Paolo Scaroni e Franco Tatò, ex amministratori delegati di Enel, per il funzionamento della centrale di Porto Tolle negli anni tra il 1998 e il 2005 “per aver messo in atto condotte che mettono in pericolo la comunità”.

Secondo la sentenza, si sarebbe mantenuto operativo quell’impianto pur sprovvisto di ogni necessario adeguamento tecnologico, con la consapevolezza che le emissioni avrebbero sforato i parametri di legge, che si sarebbe inquinato e causato malattia.

Una negligenza che ha avuto conseguenze sull'ambiente e sui cittadini del Polesine, con un “incremento massiccio” delle patologie respiratorie, ad esempio, nella popolazione infantile, tra i minori di 14 anni.

La centrale di Porto Tolle – ad oggi praticamente ferma - è un impianto che ha causato per anni ingenti danni ambientali e sanitari, stimati dall’ISPRA, per conto dei ministeri dell’Ambiente e della Salute, in 3,6 miliardi di euro. Un impianto capace di emettere, in un anno, quattro volte l’anidride carbonica prodotta dall’intera città di Milano e oltre il doppio degli ossidi di zolfo provenienti dall’intero settore trasporti italiano.

Un impianto che Enel - spalleggiata negli anni da leggi regionali e nazionali compiacenti - avrebbe voluto convertire a carbone.

Ma, proprio poche settimane fa, l’ultima bocciatura venuta al progetto da parte della Commissione VIA del ministero per l’Ambiente, che ha accolto molti dei nostri rilievi. Greenpeace ha applicato alle emissioni previste per quell’impianto la stessa metodologia con cui ISPRA ha quantificato i danni causati negli anni passati dalla centrale: una stima drammatica, un impatto sanitario pari a 85 casi di morte prematura ogni anno.

Quella del Tribunale di Rovigo è una sentenza che arriva a pochi giorni dalla chiusura in via precauzionale da parte degli inquirenti di un altro impianto a carbone, quello di Vado Ligure, i cui fumi avrebbero causato tra il 2000 e il 2007 oltre 400 decessi in eccesso.

Il nostro Paese ha bisogno di energia nuova. Il carbone non è il futuro, ma solo un passato nero da archiviare al più presto e per sempre!

 

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