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Come Noè per salvare il clima

News - 31 maggio, 2007
Una nuova arca di Noè. A 2.500 metri sopra il livello del mare. Sul Monte Ararat. È lo scenario biblico ricostruito da Greenpeace per richiamare l'attenzione del prossimo G8 sul tema dei cambiamenti climatici. Di fronte all'Arca, è stata enunciata, nelle principali lingue del pianeta, la "Dichiarazione dell'Ararat". Un appello ai leader mondiali affinché agiscano per proteggere i diritti primari alla vita e alla salute, minacciati dai cambiamenti climatici.

La costruzione della nuova arca di Noè che Greenpeace ha realizzato sul Monte Ararat per sensibilizzare sul tema dei cambiamenti climatici.

Insieme agli attivisti di Greenpeace - provenienti da tutto il mondo - hanno preso parte alla cerimonia bambini, musicisti e celebrità turche. Alla fine sono state liberate 208 colombe - una per ogni nazione del mondo - come tramite simbolico per un messaggio destinato a tutto il Pianeta.

La riproduzione dell'arca - lunga dieci metri e larga quattro - è costata quattro settimane di lavoro. Una squadra di 20 carpentieri di nazionalità turca e tedesca ha completato la costruzione, utilizzando dodici metri cubi di legno trainati in cima al Monte Ararat da una carovana di 40 cavalli. L'Arca rimarrà sul monte e servirà d'ora in poi come riparo per alpinisti ed escursionisti.

I paesi del G8 sono responsabili di oltre la metà delle attuali emissioni di gas serra e devono assumersi le proprie responsabilità impegnandosi nella riduzione delle emissioni. Secondo l'ultimo rapporto IPCC (International Panel on Climate Change) i paesi industrializzati dovranno tagliare i gas serra dell'80-90 per cento entro il 2050. In qualità di leader a livello mondiale, gli esponenti del G8 hanno la responsabilità di fare il possibile per evitare questo disastro incombente.

Ora è il momento di agire. O il riscaldamento globale sarà causa di inondazioni, siccità, eventi meteorologici estremi, perdita di ecosistemi, desertificazione, aumento incontrollato delle malattie e della migrazione di centinaia di milioni di persone. Il vertice del G8 non deve tradursi in un nulla di fatto. Se l'amministrazione Usa rifiuta di impegnarsi a ridurre i gas serra, questo non deve rappresentare una scusa per non agire.

Ridurre le emissioni di gas serra e mantenere il surriscaldamento globale sotto la soglia dei due gradi è possibile. Il rapporto di Greenpeace Energy [R]evolution parla chiaro: si possono dimezzare i gas serra al 2050 utilizzando le fonti rinnovabili e le misure di efficienza energetica già oggi disponibili.

Greenpeace chiede ai leader del G8 di adottare gli obiettivi di riduzione indicati dall'IPCC. In tutto il mondo occorre fermare gli incentivi alle fonti fossili e al nucleare, e dirottare queste risorse al rapido sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza energetica. Senza misure urgenti, radicali e a lungo termine, non ci sarà più modo per fermare la prima minaccia globale dell'epoca moderna.

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