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Attentato al mare

News - 19 gennaio, 2012
Non bastava l'incubo Costa Concordia che, in caso di rottura delle cisterne, provocherebbe una marea nera ingovernabile. Né i dibattiti internazionali sull'incapacità dell'Italia, lunga dieci anni, di regolamentare il traffico nel Santuario dei Cetacei. Ora, il governo Monti ha deciso di inserire nel decreto sulle liberalizzazioni una proposta che incentiverebbe le trivellazioni, autorizzandole anche a sole cinque miglia marine dalla costa.

Aumento degli investimenti in infrastrutture estrattive, drastico abbassamento dei limiti per la trivellazione in mare e liberalizzazione della ricerca di nuovi giacimenti. Sono questi i punti chiave di una proposta che è un vero attentato al mare.

La proposta del governo Monti di riavvicinare a terra le attività petrolifere offshore é una minaccia alla credibilità dell'Italia. Da un governo serio ci saremmo aspettati misure promotrici della green economy, come l'aumento dell'efficienza dei motori che renderebbe inutile il petrolio.

Invece, sembra che per il governo le vittime della crisi economica non siano i cittadini ma i petrolieri, agevolati da politiche assurde. Così i cittadini vengono privati dell'accesso a una rivoluzione economica e culturale capace di garantire sviluppo, occupazione e sicurezza.

Quanti altri disastri prima che il governo impari la lezione? 

Greenpeace aderisce alla manifestazione del 21 gennaio a Monopoli contro le trivellazioni nel mare della Puglia. Invitiamo tutti i comitati e i cittadini contrari a questa follia a unirsi in una rete nazionale.

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