Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

IL G8 rinvia l'azione sul clima al 2050 fallendo la sua missione

News - 10 luglio, 2009
Mentre il G8 dell’Aquila si conclude con miseri progressi sul clima, Greenpeace invita l’opinione pubblica mondiale a fare pressione sui governi delle nazioni più ricche perché prendano misure decisive sui cambiamenti climatici.

Azione di questa mattina a Civitavecchia.

"Mentre Greenpeace sta dimostrando cosa significa agire per difendere il clima, l'inazione del G8 ha portato il mondo un passo ancora più vicino a cambiamenti climatici catastrofici", è il messaggio di Simona Fausto, attivista di Greenpeace, dall'alto della ciminiera di Brindisi, in una delle cinque centrali nelle quali siamo stati in azione in questi giorni.  "I governi del G8 stanno nascondendo la loro mancanza di leadership dietro parole vuote e gesti vani. Invitiamo le persone di tutto il mondo a intraprendere ogni azione pacifica per domandare ai propri governi di stabilire obiettivi chiari di taglio alle emissioni di gas serra prima che il trattato sul clima sia negoziato in dicembre".

I leader del G8 hanno rinviato l'azione sul clima alle future generazioni. E hanno abbandonato le popolazioni più vulnerabili agli effetti, sempre più devastanti, dei cambiamenti climatici. "I governi delle nazioni più ricche hanno avuto un'opportunità storica ma l'hanno sprecata", commenta Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, dall'Aquila, "fallendo nello stabilire obiettivi di medio termine (2020, ndr) e rinviando al G20 la discussione sugli investimenti che serviranno alle nazioni in via di sviluppo per combattere i cambiamenti climatici. Oggi, i capi di governo del G8 hanno mostrato a tutti di essere dei semplici politici che parlano e non dei leader che prendono le azioni necessarie per il pianeta".

"Il G8 ha abdicato, in modo disgustoso, dalle proprie responsabilità", continua Onufrio: "Invece di affrontare i cambiamenti climatici e di salvare le nazioni più vulnerabili del pianeta, a partire da quelle dell'Africa, dagli impatti devastanti già in atto, hanno rinviato questa responsabilità a i governi futuri e alle prossime generazioni. La loro eredità e, cosa più importante, il nostro futuro sono ora sospesi sul filo".

Sebbene abbiano finalmente ammesso che l'aumento della temperatura media del pianeta dovrà essere contenuto sotto i 2 gradi, il G8 non ha indicato come raggiungere questo obiettivo. "Quando le Nazioni Unite terranno una sessione sui cambiamenti climatici, il prossimo 22 settembre, questi capi di governo dovranno essere pronti: il tempo per l'azione è ora", conclude Onufrio.

Bookmark and Share

Tag