Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Dopo Unicredit, BNL sul nucleare bulgaro

News - 5 giugno, 2007
La BNP Paribas - BNL in Italia – intende finanziare la costruzione dell'impianto nucleare di Belene, in Bulgaria. Un impianto basato su una tecnologia russa mai sperimentata al mondo. Nella Giornata Mondiale dell'Ambiente partono le proteste in 15 Paesi europei. In Italia, gli attivisti di Greenpeace distribuiscono volantini informativi di fronte alle sedi BNL di Roma e Milano, chiedendo al gruppo bancario di ritirarsi dal progetto.

Volontari di Greenpeace distribuiscono un volantino per dire NO agli investimenti di BNL - Gruppo BNP Paribas - sul nucleare sovietico a Belene, in Bulgaria.

Lo scorso ottobre i volontari di Greenpeace avevano già protestato presso le filiali di Unicredit per la stessa ragione. Dopo una settimana il gruppo bancario informava di ritirarsi dal progetto. A causa degli alti rischi, ben altri dieci gruppi bancari internazionali, tra cui Deutsche Bank, Commerzbank, Société Géneral, Citibank e Credit Suisse, si sono rifiutati di finanziare Belene. Sarebbe una decisione saggia per la BNL tirarsi fuori dal nucleare.

Per i reattori VVER 1000/466B di Belene non esiste alcuna garanzia di sicurezza. Per di più la zona dove realizzare il sito si trova nel bel mezzo di un'area sismica lungo il Danubio, al confine con la Romania. Nel 1977 un terremoto provocò la morte di 120 persone nel raggio di 14 Km dal sito.

Il nucleare è una tecnologia costosissima, pericolosa ed esauribile. Possiamo fare a meno del nucleare entro il 2030 e soddisfare i crescenti consumi mondiali di energia con tecnologie pulite come rinnovabili ed efficienza energetica. Il nucleare non è una soluzione alla minaccia del riscaldamento globale.

Il progetto di Belene, oltre a rappresentare un rischio economico per tutti i clienti BNP Paribas, rischia di risolversi in un disastro ambientale per l'Europa intera. Greenpeace e CRBM (Campagna per la Riforma della Banca Mondiale) chiedono a BNL di rinunciare a questo investimento azzardato, mettendo al primo posto la tutela dei propri clienti e dell'ambiente.

Categorie
Tag