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Vittoria nel Regno Unito. E.on ferma progetto per nuova centrale a carbone

News - 12 ottobre, 2009
Quella a Kingsnorth, nel Kent, doveva essere la prima nuova centrale a carbone costruita in Gran Bretagna dagli anni '80. Ma abbiamo vinto! La società E.On ha comunicato che accantonerà il progetto per almeno 2-3 anni perché puntare sul carbone potrebbe essere - a detta della stessa E.on - non conveniente.

5 dei 6 attivisti inlgesi accusati per l'azione di protesta alla centrale E.On di Kingsnorth nel Kent e assolti dalla Corte penale.

Sui costi della nuova centrale da 1.600 MW, infatti, peserebbero enormemente i lavori per dotare la centrale di un sistema per la cattura e lo stoccaggio della CO2 (CCS). È un duro colpo allo sviluppo delle nuove centrali a carbone nel Regno Unito, e una conferma che la tecnologia CCS non è un'opzione economicamente interessante per l'industria, se non finanziata con i soldi pubblici dello Stato.

Proprio contro il progetto di Kingsnorth abbiamo portato avanti una lunga campagna. Circa un anno fa venivano assolti dalla Corte penale inglese i sei attivisti che avevano scalato la ciminiera e dipinto sulla parete il nome del Primo ministro inglese, Gordon Brown. La protesta era contro l'incoerente politica del Governo inglese, da una parte ridurre le emissioni di gas serra e dall'altra autorizzare nuove centrali a carbone, il combustibile con le più alte emissioni di CO2.

È stata una sentenza storica perché la Corte penale aveva riconosciuto la "motivazione legittima" degli attivisti: bloccare una centrale a carbone non è reato, perché difendere l'ambiente dai gravi impatti dei cambiamenti climatici significa difendere un bene comune di tutti, più importante del profitto di un'azienda.

La protesta è servita: i lavori per la realizzazione del nuovo impianto dovevano cominciare proprio in questi mesi, ma allo stato attuale il Governo britannico non ha ancora rilasciato alcuna autorizzazione.

Proprio il contrario di ciò che accade in Italia, dove la scorsa estate il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha firmato tre decreti di Valutazione d'Impatto Ambientale per autorizzare tre nuove centrali a carbone: a Porto Tolle (Rovigo), Vado Ligure (Savona), e Fiume Santo (Sassari).

È davvero paradossale che la stessa Stefania Prestigiacomo si sia poi lamentata con la Commissione europea, denunciando che i limiti alla CO2 imposti da Bruxelles sarebbero troppo bassi per le aziende italiane. Di certo, quando le tre nuove centrali a carbone entreranno in funzione, le emissioni di CO2 dell'Italia aumenteranno di altri 30 milioni di tonnellate, e il superamento dei limiti è garantito con costi aggiuntivi e sanzioni per l'Italia.

La Prestigiacomo, ormai nota come "La Bella Addormentata", dovrebbe svegliarsi. Dovrebbe difendere l'ambiente dalle pretese dell'industria più inquinante che fa dell'Italia il fanalino di coda in materia di clima a livello internazionale, e che minaccia il raggiungimento degli obiettivi europei al 2020 per la riduzione delle emissioni e per lo sviluppo delle rinnovabili.

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