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L’ombra della Clemenceau sul porto di Napoli

News - 17 ottobre, 2007
Il porto di Napoli rischia di essere il cantiere in cui verrà smantellata la portaerei francese Clemenceau. 27.000 tonnellate, piene di amianto, PCB e metalli pesanti in arrivo. Da anni Greenpeace denuncia il pericolo dello smantellamento delle navi. È una pratica che - in mancanza dei massimi standard di sicurezza - può determinare un grave impatto ambientale e sanitario.

Greenpeace in azione contro la portaerei francese Clemenceau. Greenpeace non è contraria alle operazioni di smantellamento delle navi ma si è opposta e continua a opporsi alle pratiche non corrette e all’esportazione di questi rottami verso i Paesi in via di sviluppo.

Greenpeace tiene sotto controllo la Clemenceau da quando - nel 1997 - la nave è stata disarmata e dichiarata in disuso. In base ai piani iniziali, la Clemenceau doveva essere semplicemente affondata nel Mediterraneo e diventare, quindi, una sorta di "scogliera artificiale" altamente tossica. Alla fine la Francia - dopo vari tentativi di cedere la nave all'estero - decide di spedire il suo ingombrante problema in India, al deposito di Alang, un paese dove la normativa ambientale è carente e i diritti dei lavoratori praticamente inesistenti.

Nel 2006 Greenpeace, dopo varie denunce e azioni, riesce a far tornare la Clemenceau in Francia dall'India. E' un grande successo per la campagna Inquinamento. Convinto dagli ambientalisti, interviene lo stesso presidente Chiraq. La nave era carica di sostanze inquinanti (amianto, metalli pesanti, PCB) e viaggiava in violazione della Convenzione di Basilea che vieta l'esportazione di rifiuti tossici verso i Paesi in via di sviluppo.

Greenpeace non è contraria alle operazioni di smantellamento delle navi ma si è opposta e continua a opporsi alle pratiche non corrette e all'esportazione di questi rottami verso i Paesi in via di sviluppo. Paesi che non sono ancora in grado di eseguire le attività di demolizione con tecnologie e mezzi adeguati. Ogni anno, infatti, un'intera armata di imbarcazioni imbottite di sostanze pericolose finisce in Bangladesh, India, Cina e Pakistan, dove gli operai lavorano a mani nude, esposti 24 ore su 24 alla diossina.

La napoletana Simont è fra i cinque cantieri in gara d'appalto per lo smantellamento della Clemenceau. E' fondamentale presentare un inventario completo di tutte le sostanze ed i materiali ancora a bordo della imbarcazione, facendo un registro degli inquinanti con l'analisi dei rischi. La verifica delle condizioni di lavoro e ambientali del cantiere, insieme al costante monitoraggio delle attività di demolizione in corso, sono presupposti fondamentali per effettuare le operazioni in sicurezza.

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