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Si salvi chi può

News - 6 dicembre, 2010
Roma, Italia — Aumento di malattie da inquinamento atmosferico, eventi meteorologici estremi, cambiamenti nella geografia delle malattie infettive e delle parassitosi, perdita della biodiversità. Sono solo alcuni deglli effetti dei cambiamenti climatici sulle nostre vite. Lo confermano i dati del rapporto elaborato insieme ai Medici per l'Ambiente.

 

Effetti dei cambiamenti climatici.

I dati confermano che la mortalità umana cresce del 3% per ogni grado di aumento della temperatura terrestre. La concentrazione di CO2 in atmosfera è salita da 300 ppm (parti per milione) del 1908 a 389 ppm nel 2010. Il ritmo di crescita 1980-2008 è risultato di 1,6 ppm all'anno ed è stato stimato che con il ritmo attuale (1,9 ppm/anno, media 1995-2005) la CO2 potrà raggiungere in circa trenta anni la soglia delle 450 ppm, limite fissato a Copenaghen per contenere i disastri a un livello accettabile.

Ci aspetta un incremento degli eventi meteorologici estremi quali le "ondate di calore" che quest'estate hanno innescato gli incendi in Russia e nell'agosto 2003 hanno causato in Europa oltre 52.000 morti, dei quali 18.000 in Italia. Chi a Cancun lavora contro un nuovo Accordo vincolante per la riduzione delle emissioni è semplicemente complice di queste stragi.

Il rapporto evidenzia uno degli aspetti più sottovalutati quando si parla di effetto serra: cresce il numero delle malattie da inquinamento atmosferico dovute all'interazione tra aumento di temperatura e inquinamento dell'aria. Le fasce della popolazione più esposte sono bambini e anziani, che soffrono sempre più spesso di allergie o malattie respiratorie.

La biodiversità è un'altra vittima dei cambiamenti climatici: solo in Italia negli ultimi 25 anni si sono dimezzate le specie degli uccelli tipici dell'ambiente agricolo - allodole e rondini in particolare - e sono a rischio dal 47,5% al 68,4% delle specie di vertebrati, il 66% di quelle di anfibi e circa il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori. Di fatto, siamo già in un periodo di "estinzioni di massa", come quello che portò alla fine dell'epoca dei dinosauri nel giurassico.

Anche la geografia delle malattie infettive e delle parassitosi si sta modificando. Un tipico esempio è costituito dalla comparsa della zanzara tigre (Aedes albopictus) nelle zone climatiche temperate: oltre alle fastidiosissime punture, la zanzara tigre ha già provocato in Italia la trasmissione di malattie infettive.

L'insetto, originario dell'Asia sud-orientale, per lungo tempo si è mantenuto stanziale in una fascia compresa tra il 40° parallelo nord e il 10° parallelo. Nell'ultimo cinquantennio la sua area si è estesa verso est, fino alle Hawaii e alle isole del sud-Pacifico. In Europa, la zanzara tigre è stata segnalata prima in Albania, poi in Italia nei primi anni '90 dove è giunta in Veneto trasportata con pneumatici usati importati dagli Usa per essere rigenerati.

Basta aspettare. È necessaria un'azione forte e decisa per tagliare drasticamente le emissioni di gas serra e "mettere in sicurezza" gli ecosistemi del Pianeta, ad esempio tutelando le ultime grandi foreste e creando ampie riserve marine.

Scarica il rapporto "Si salvi chi può"

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