News - 6 agosto, 2008
Greenpeace presenta la classifica 2007 delle emissioni di anidride carbonica (CO2). Rispetto al 2006, c’è una leggera diminuzione delle tonnellate di CO2 emessa dai settori regolamentati dalla Direttiva europea sull’emission trading (ETS). Tale riduzione, tuttavia, è inferiore a quella delle quote assegnate: il risultato finale è che il disavanzo tra permessi di inquinamento ed emissioni effettive cresce. La “maglia nera” delle emissioni va, come al solito, all’Enel.
Greenpeace presenta la classifica 2007 delle emissioni di anidride carbonica (CO2).
In totale l'industria italiana ha fatto registrare nel 2007 un
disavanzo complessivo di 25,4 milioni di quote (22,8 milioni di
tonnellate nel 2006). Attualmente le quote di CO2 vengono scambiate
a un prezzo di 27-28 euro a tonnellata. Se lo stesso disavanzo
venisse ripetuto nel 2008, il Paese andrebbe incontro a un costo di
circa 700 milioni di euro (il prezzo delle quote del 2007 era
invece pari a pochi euro, a causa della sovra-allocazione avvenuta
sul mercato europeo per la fase "zero" del sistema ETS - ossia dal
2005 al 2007).
Al settore termoelettrico si deve la maggior parte delle
emissioni verificate, settore in cui i "grandi gruppi" contano per
circa il 78 per cento delle emissioni del settore termoelettrico.
Sono proprio i "grandi gruppi", inoltre, a far registrare i
peggiori risultati i termini di surplus di emissioni. Ai primi
posti Enel, con +6,8 milioni di tonnellate, ed Edison, con +6,2
milioni. Enel è di gran lunga il primo emettitore di CO2 in Italia
con 46,7 milioni di tonnellate nel 2007: da sola emette quanto la
somma del comparto della raffinazione, dell'acciaio e della carta.
Il dato è in calo rispetto al 2006 (51,6 milioni di tonnellate), ma
questo non è sintomo di alcuna garanzia per il futuro. Greenpeace
denuncia anzi che la politica energetica dell'azienda metterà in
ginocchio l'intero Paese per quanto riguarda gli obiettivi di
riduzione delle emissioni di gas serra. Enel ha infatti intenzione
di riconvertire la propria produzione a carbone, il combustibile
fossile con le più alte emissioni di gas serra. Nel lungo periodo
il piano industriale di Enel indica che l'obiettivo è arrivare al
50 per cento della propria produzione elettrica da carbone. Nel
2009 dovrebbe essere inaugurata la centrale a carbone di
Civitavecchia, e il Gruppo intende continuare a convertire a
carbone le centrale di Porto Tolle (Rovigo), Piombino, Rossano
Calabro più ampliamenti di potenza a carbone nel Sulcis e a
Fiumesanto, in Sardegna. Le sole emissioni di CO2 di una centrale
come Civitavecchia superano i 10 milioni di tonnellate all'anno.
Oltre alla tabella dalle emissioni dei settori soggetti al sistema
ETS, Greenpeace mostra anche quali sono i venti impianti italiani
più inquinanti in termini di CO2. Per il secondo anno consecutivo
la maglia nera va alla centrale Enel di Brindisi Sud, la maggiore
centrale a carbone in Italia, con circa 14,2 milioni di
tonnellate.