News - 8 luglio, 2009
08.07.09. “I leader agiscono e i politici parlano. Incapaci ad agire in modo deciso contro i cambiamenti climatici, i leader delle nazioni più ricche del pianeta hanno fallito, e portato tutti noi verso il fallimento”. È questo il commento di Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, al documento sul clima approvato al G8.
Il G8 si chiude senza nessun impegno
concreto a una riduzione delle emissioni nel medio periodo, e senza
alcun impegno a investire la cifra di 106 milioni di dollari che serve,
annualmente, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare gli
impatti del cambiamento climatico e a fermare la deforestazione. I grandi
del mondo hanno così fallito nel posare la prima pietra di uno storico
accordo per salvare il clima al summit di Copenhagen, che è solo tra
150 giorni.
“I politici riuniti all’Aquila
rischiano di mettere il pianeta sulla strada di rapidi cambiamenti climatici,
con costi sociali e ambientali devastanti”, sostiene il direttore
di Greenpeace: “Riferendosi a un generico accordo per contenere l’aumento
della temperatura terrestre entro i 2 gradi, senza un piano chiaro,
senza investimenti e senza obiettivi, il G8 non aiuterà a uscire dal
vicolo cieco nel quale sono arenati i negoziati sul clima delle Nazioni
Unite. Anzi”.
È vero che è la prima volta che i
leader del G8 si mettono d’accordo per contenere l’aumento delle
temperature entro i 2 gradi, rispetto ai livelli dell’era pre-industriale.
Ma se questo rappresenta un passo in avanti per USA, Canada, Russia
e Giappone, altri 124 Paesi in tutto il mondo sostengono già questi
obiettivi, o addirittura altri ancora più rigidi.
Oggi il G8 ha fallito, ma individualmente
i leader possono ancora sbloccare il negoziato, con impegni concreti
e pubblici prima della prossima assemblea generale delle Nazioni Unite
che si occuperà del clima il prossimo 22 settembre. Tutti i leader
e tutti i Paesi sono importanti, e ogni impegno per obiettivi efficaci
entro il 2020 prima, ed entro il 2050 dopo, ci avvicinerebbe a un accordo
vero, per salvare il clima, a Copenhagen. Le conseguenze di radicali
cambiamenti climatici, d’altra parte, sarebbero così catastrofiche
che tutti devono darsi da fare per chiedere in modo compatto ai leader
del mondo di agire.
Il tempo sta passando per il clima,
per le persone e per i negoziati. Il punto è che fissare degli obiettivi
senza strumenti per realizzarli è semplicemente velleitario: “È
come darsi appuntamento sulla cima dell’Everest senza avere nemmeno
comprato corda, scarponi e ossigeno”, conclude Giuseppe Onufrio.