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Nucleare: la risposta sbagliata alla domanda di energia

News - 24 marzo, 2006
"Quando il combustibile fossile sarà terminato, non si potrà che produrre energia con il nucleare": è questa la tesi del Presidente del Consiglio Berlusconi che è intervenuto di recente sul tema dell'energia. Secondo Greenpeace, è invece un grave errore insistere sul nucleare: dopo anni di ricerca, il problema della gestione delle scorie non è stato ancora risolto. L'elettricità prodotta dagli impianti nucleari è quella più costosa tra le fonti energetiche convenzionali e l'uranio che serve allo sfruttamento dell'energia atomica è un combustibile fossile limitato. Si deve puntare piuttosto su efficienza energetica ed energie rinnovabili. Ma l'Italia, su questo fronte, ha ancora molta strada da fare.

Lo sfruttamento dell'energia nucleare per la produzione dell'energia elettrica è una scelta rischiosa che negli anni, incidente dopo incidente, disastro dopo disastro, ha dimostrato di non essere conveniente.

Il nucleare copre oggi il 16 per cento della produzione di elettricità, ovvero meno del 7 per cento del fabbisogno globale di energia. Ai tassi attuali di consumo - senza considerare quindi un eventuale rilancio del settore - le riserve di uranio economicamente sfruttabili si esauriranno nel giro di 50 anni.

Se l'energia nucleare non ha futuro, le scorie prodotte dagli impianti ne hanno fin troppo: rimangono in alcuni casi radioattive per decine e centinaia di migliaia di anni, con effetti disastrosi sull'ambiente e sull'uomo. Nessun paese del mondo è riuscito ancora a risolvere il nodo cruciale della gestione di queste scorie nel lungo periodo: negli Stati Uniti, ad esempio, è stato individuato il sito di smaltimento geologico per le scorie nucleari di Yucca Mountain, ma non si sa ancora come questo sito dovrà essere sigillato, una volta riempito.

L'elettricità prodotta dagli impianti nucleari è inoltre molto più costosa di quanto non si pensi. Non è un caso se gli Stati Uniti - dove gli investimenti sul nucleare sono diminuiti negli ultimi 20 anni - hanno, nel 2005, approvato incentivi a favore del nucleare nell'ordine di 1,8 centesimi per kilowattora. Il rapporto di Greenpeace "Eolo o Plutonio" mostra, invece, come a parità di investimenti l'elettricità prodotta da energia eolica costi meno e crei più occupazione rispetto al nucleare.

Il futuro è delle rinnovabili: le energie pulite come l'eolico e il solare, possono fare da volano per una nuova era di crescita economica ed occupazionale, di innovazione tecnologica e tutela dell'ambiente. Le tecnologie sono già disponibili. Serve la volontà politica di utilizzarle al meglio.

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La Campagna Energia e clima di Greenpeace ha degli obiettivi tanto ambiziosi, quanto necessari: eliminare la dipendenza dalle fonti fossili dell'intero settore produttivo in favore di un'economia basata sulle fonti rinnovabili e sulle tecnologie efficienti, per contrastare il cambiamento climatico e assicurare un futuro sostenibile alle future generazioni.