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Il nucleare? Un vicolo cieco.

A 20 anni dal referendum si riapre il dibattito sul nucleare

News - 9 novembre, 2007
20 anni fa, dopo il tragico episodio di Cernobyl, gli italiani dicevano NO al nucleare, con un'importante scelta referendaria. Oggi si riapre il dibattito. E il nucleare viene ripescato come possibile soluzione al cambiamento del clima. Ma non è così: il nucleare è un vicolo cieco e la vera soluzione è nelle rinnovabili. E nell'efficienza energetica.

Come si vede dalla foto, la costruzione dei reattori di Mochovce è in stato molto avanzato: è troppo tardi per intervenire per migliorare la sicurezza degli impianti.

I termini reali del dibattito nucleare sono questi: come far sopravvivere una tecnologia marginalizzata dal mercato che ha assorbito ingenti risorse pubbliche senza tuttavia risolvere nessuno dei suoi problemi fondamentali?

Nei mercati liberalizzati il nucleare è infatti in forte crisi. Per evitare il crollo del settore, il governo USA ha ad esempio introdotto, nel 2005, forti incentivi economici. Ma secondo l'agenzia di rating Moody's, questi incentivi non basteranno se non per una o forse due centrali da costruire entro il 2015.

Questa tecnologia ha assorbito - negli ultimi 60 anni - la maggior parte delle risorse stanziate dai Paesi OCSE in ricerca e sviluppo.

Ma il bilancio è assai povero. Ci sono problemi strutturali che rimangono irrisolti: il nodo della gestione delle scorie di lungo periodo; il nodo della sicurezza intrinseca di questa tecnologia; il rapporto tra nucleare civile e militare, perché non esiste una tecnologia nucleare che non consenta di produrre anche le bombe; il problema dell'uranio, che è una risorsa molto limitata destinate a esaurirsi in poche decine di anni.

Il nucleare è dunque una falsa soluzione al problema del riscaldamento globale. Assorbe enormi risorse e distoglie l'attenzione dalle vere soluzioni: efficienza energetica - vedi il rapporto commissionato da Greenpeace al Politecnico di Milano - generazione distribuita e fonti rinnovabili.

Gli italiani continuano a essere contrari al nucleare e chiedono più rinnovabili. I sondaggi parlano chiaro. Greenpeace contesta la scelta del governo di esportare il problema scorie nostrane all'estero, negli impianti di riprocessamento francesi e critica gli investimenti di Enel sul nucleare sovietico anni '70, in Slovacchia e Bulgaria.

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