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In azione a Salerno per salvare le foreste del Congo

News - 24 maggio, 2007
Gli attivisti di Greenpeace hanno abbordato ieri, nel porto di Salerno, la nave Andreas K. proveniente da Matadi, nella Repubblica Democratica del Congo. La nave trasportava legname tropicale destinato in gran parte ai produttori italiani. Greenpeace denuncia la spartizione e la distruzione delle foreste del Congo. Il Ministro Pecoraro appoggia la protesta. E il Nucleo Operativo Cites del Corpo Forestale dello Stato controlla il carico. IL VIDEO

Attivisti di Greenpeace in azione per fermare la nave Andreas K proveniente dal porto congolese di Matadi. La nave trasporta legno illegale destinato in gran parte ai produttori italiani.

L'azione è partita ieri mattina. All'alba. I gommoni di Greenpeace hanno permesso agli scalatori di arrampicarsi a bordo della nave e issare dalle gru della due enormi striscioni con gli slogan "Proteggiamo le foreste" e "No alla distruzione delle foreste primarie". Una dozzina di attivisti si sono incatenati ai tronchi, ostacolando le operazioni di scarico.

Nel pomeriggio di ieri è arrivata la dichiarazione del Ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. "La protesta di Greenpeace è legittima e condivisibile". Il Ministro ha poi sollecitato l'intervento del Corpo Forestale dello Stato. I controlli per valutare la legalità del carico sono in corso. Il Nucleo Operativo Cites del Corpo Forestale dello Stato sta proprio in queste ore esaminando il legname e la relativa documentazione.

La nave Andreas K trasportava legno proveniente da compagnie che operano nelle foreste pluviali del Congo, come la Sodefor che parte del gruppo Nord-Sud Timber. Tra il 2002 e il 2003 questo gruppo industriale - un vero e proprio colosso del settore che ha sede in Lichtenstein e controlla 4,7 milioni di ettari di foresta nella RDC - ha riorganizzato l'assetto dei propri titoli di taglio, abbandonando aree di foresta ormai improduttive e ottenendo - con la collaborazione di alcuni funzionari ministeriali - nuove concessioni.

Quasi il 65 per cento delle aree forestali attualmente controllate dal gruppo - per una superficie totale pari a 3 milioni di ettari - si riferiscono a titolo concessi dopo il 2002 e cioè dopo l'entrata in vigore della moratoria introdotta dal Governo per vietare il rilascio di nuove concessioni di sfruttamento forestali.

Il problema è in realtà molto ampio:  secondo un recente rapporto diffuso da Greenpeace, ben 107 titoli di taglio - pari a un'area di oltre 15 milioni di ettari di foresta - su un totale di 156 sono stati firmati dopo l'entrata in vigore della moratoria e perciò in palese violazione della legge. Molti di questi titoli si trovano all'interno di paesaggi forestali intatti o in altre aree di grande valore ambientale.

L'industria del legno promette miracoli alle comunità locali: lavoro, scuole, ospedali. Ma in realtà fa solo i propri interessi. E senza troppi scrupoli. Le foreste vengono acquistate, lottizzate e devastate per pochi spiccioli. Le popolazioni locali vengono messe a tacere con dei contratti capestro e qualche contentino - sacchi di sale, zucchero, caffè - in perfetto stile coloniale. Il beneficio di una ricaduta occupazionale è un miraggio, perché le imprese si fanno spesso seguire dai propri impiegati e i pochi assunti restano ai margini, inchiodati a salari da fame e  turni di lavoro massacranti, senza un vero contratto e senza garanzie.

Le foreste pluviali del bacino del Congo ospitano un'enorme biodiversità e rappresentano una risorsa essenziale per la difesa dai cambiamenti climatici. La distruzione delle sole foreste tropicali, infatti, è responsabile del 25 per cento delle emissione totali di anidride carbonica di origine umana. Dobbiamo tutelare queste foreste.

Greenpeace chiede che tutti i titoli di taglio rilasciati dopo l'entrata in vigore della moratoria del 2002 siano cancellati, e che la moratoria sia attuata ed estesa fino a quando non verrà completato un processo partecipatorio di destinazione d'uso delle diverse aree forestali. Per una gestione sostenibile al posto di un saccheggio.

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