News - 19 maggio, 2010
Le tonnare volanti si preparano a salpare per l'annuale stagione di pesca al tonno rosso nel Mediterraneo. Tutti, tranne gli italiani. Quest'anno l'Italia ha deciso di lasciare a terra la sua imponente flotta di pescherecci con rete a circuizione.
Greenpeace propone l'istituzione di un network internazionale di riserve marine, per tutelare la biodiversità degli ecosistemi del mare e mitigare gli impatti del cambiamento climatico.
Insieme a Legambiente, Marevivo e WWF, esortiamo le altre nazioni del Mediterraneo a seguire l'esempio italiano, sebbene sia disarmante l'entità delle sovvenzioni erogate dall'Italia per compensare sia i proprietari dei pescherecci che non andranno a pesca, sia quelli che vanno invece incontro alla demolizione.
Oltre alla cassa integrazione prevista per l'intero comparto sono stati assegnati a copertura del 2010 altri dieci milioni di euro, di cui cinque al comparto tonniero. Un'intesa che di certo non può lasciare spazio a proteste o richieste di ulteriori misure aggiuntive.
Questa moratoria deve essere seguita da tutti. Nonostante il tonno rosso sia in pericolo e rischi il collasso, le flotte quest'anno potranno catturarne ben 13.500 tonnellate, mentre fenomeni di pesca illegale potrebbero inasprire ancora di più la pressione esercitata su questa popolazione
È importante che a Parigi al prossimo incontro dell'ICCAT - la Commissione Internazionale per la conservazione del tonno Atlantico e del Mediterraneo - si decida per l'immediata chiusura della pesca e si adotti un preciso piano di recupero per lo stock di tonno rosso che comprenda la designazione di aree di protezione a mare (santuari) in zone chiave per le fasi riproduttive della specie.
Entro il 2012, se non si correrà ai ripari, il tonno rosso potrebbe scomparire dai nostri mari, considerato che a seconda delle stime è stato già perso tra l'80 e il 95 per cento dello stock.