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Assolti gli attivisti di Greenpeace nel processo sul mais OGM in Friuli Venezia Giulia

Comunicato stampa - 18 giugno, 2015
Si è concluso oggi con una sentenza di assoluzione il processo contro 23 attivisti di Greenpeace che nel 2010 erano intervenuti per impedire la contaminazione causata da coltivazioni illegali di mais OGM in Friuli Venezia Giulia.

Tutto era cominciato nella primavera del 2010, quando si diffonde la notizia di campi seminati illegalmente con mais geneticamente modificato (MON810 della Monsanto) in Friuli Venezia Giulia. Di fronte al pericolo di contaminazione da OGM e vista la lunga inazione delle autorità locali e nazionali, Greenpeace aveva prelevato e analizzato alcuni campioni di mais, scoperto l’esatta posizione dei campi e successivamente isolato e messo in sicurezza la parte superiore delle piante che stavano già disperdendo il polline delle colture geneticamente modificate.

Sebbene gli attivisti di Greenpeace hanno solo fatto ciò che avrebbero dovuto fare le autorità preposte – difendere l’ambiente – nel gennaio del 2012 il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pordenone aveva emesso un decreto penale di condanna nei confronti di 23 attivisti per oltre 86 mila euro. A tale decreto Greenpeace si è opposta ed è così iniziato il processo che oggi è giunto a conclusione.

«La piena assoluzione con cui è finito il processo riconosce la legittimità del nostro intervento per impedire la contaminazione causata dalle coltivazioni illegali di mais OGM», dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura Sostenibile di Greenpeace Italia. «Questa sentenza è un’ulteriore sconfitta del fallimentare modello di agricoltura industriale di cui gli OGM sono un emblema, e un’ulteriore spinta a investire seriamente in pratiche agricole sostenibili».

Nel giorno dell’assoluzione degli attivisti di Greenpeace, anche l’Enciclica di Papa Francesco, promulgata proprio oggi, solleva seri dubbi sull’utilizzo di OGM in agricoltura: “L’estendersi di queste colti­vazioni distrugge la complessa trama degli eco­sistemi, diminuisce la diversità nella produzione e colpisce il presente o il futuro delle economie regionali. In diversi Paesi si riscontra una tenden­za allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi e di altri prodotti necessari per la coltiva­zione.”

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