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Cina e Stati Uniti aderiscono formalmente ad accordo di Parigi su clima: segnale forte, ma sia punto di partenza e non di arrivo

Comunicato stampa - 3 settembre, 2016
Commentando l’adesione formale all’accordo di Parigi annunciata poche ore fa da parte di Cina e Stati Uniti, Paesi che insieme rappresentano ben il 38 per cento delle emissioni globali, Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, afferma:

«Si tratta di un segnale molto forte per tutto il Pianeta. Gli impegni presi nel dicembre 2015 a Parigi si stanno trasformando da semplici accordi ad azioni concrete, e l’entrata in vigore del trattato è ora molto più vicina. L’annuncio odierno non deve però essere visto come un punto di arrivo, l’accordo di Parigi deve infatti rappresentare un punto di partenza per i prossimi negoziati mondiali sul clima, non il raggiungimento di un obiettivo», conclude Onufrio.

Secondo Greenpeace, Stati e Uniti e Cina ora dovranno aumentare le proprie ambizioni e velocizzare l’adozione di provvedimenti utili a evitare le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici. Inoltre, dovranno ora fare pressione a livello internazionale affinché si completi il prima possibile la ratifica dell’accordo.

L’accordo di Parigi entrerà in vigore solo dopo la ratifica ufficiale dello stesso da parte di Paesi che contribuiscono per almeno il 55 per cento alle emissioni globali.

Il G20 alle porte offre alle altre diciotto principali economie del Pianeta la possibilità di dimostrare quali impegni intendano assumere per la difesa del clima. Greenpeace si attende ora che Italia e Ue si aggiungano presto con le rispettive ratifiche dell’accordo di Parigi. 

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