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Distretto tessile comasco annuncia impegno per produzione più pulita, ma gli obiettivi sono ancora poco ambiziosi

Comunicato stampa - 8 ottobre, 2015
Nelle scorse ore cinquanta aziende della Filiera Filo d'Oro del distretto serico comasco, tra cui Clerici Tessuto, hanno annunciato la presentazione e l’adozione della nuova certificazione “Seri.co 2015”. A detta delle aziende aderenti, questo sistema metterebbe in atto una politica per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose, raccogliendo “la sfida Detox di Greenpeace”.

«Greenpeace ha appreso la notizia solo a mezzo stampa, ma non è mai stata consultata dalle aziende del distretto comasco», commenta Chiara Campione, Campagna Detox di Greenpeace Italia. «Ovviamente ci fa piacere vedere che la campagna Detox, e i marchi della moda che hanno aderito, abbiano ispirato questo nuovo impegno. Tuttavia, al contrario di Detox, la certificazione promossa dalle aziende del distretto comasco continua a promuovere un approccio datato e poco innovativo, poiché sostiene che possano esistere livelli di sicurezza ambientale per queste sostanze pericolose. Inoltre non possiamo nascondere che riteniamo fuorviante comunicare questi standard di certificazione paragonandoli a quelli promossi dalla nostra campagna. “Raccogliere la sfida Detox” significa intraprendere un percorso serio e credibile basato sulla trasparenza e sulla pubblicazione di dati sull’utilizzo delle sostanze chimiche consultabili da tutti i cittadini su piattaforme digitali indipendenti».

Dall’analisi dei criteri della certificazione “Seri.co” risultano infatti assenti alcuni “pilastri” dell’impegno Detox come l’applicazione del principio di precauzione, il diritto all'informazione – ovvero l’agire con trasparenza nei confronti delle comunità che vivono nei pressi degli scarichi delle fabbriche e dei consumatori, i quali hanno il diritto di essere informati sul rilascio di sostanze chimiche pericolose nei corsi d'acqua – e l’eliminazione dai propri prodotti e dai propri cicli produttivi tutte le sostanze chimiche pericolose.

Ad oggi sono 32 le aziende internazionali, che rappresentano più del 15 per cento della produzione tessile globale in termini di fatturato, che hanno preso impegni seri e concreti per raggiungere l’ambizioso livello di “Scarichi Zero” entro il 2020. Tra queste è opportuno sottolineare la presenza di numerose aziende tessili italiane, che hanno già fatto passi importanti verso la completa implementazione di Detox. Soltanto in Italia, tra gli altri, Valentino, Miroglio, Benetton e aziende della filiera tessile come Lanfranchi, Besani, Berbrand, Italdenim, Tessiture Attilio Imperiali e Zip.

«È incoraggiante osservare che l’industria tessile italiana stia investendo per garantire una filiera priva di sostanze tossiche», continua Campione. «Tuttavia gli obiettivi annunciati oggi dalle aziende del distretto comasco continuano a essere ben lontani dal livello di impegno delle aziende tessili e della moda che hanno già aderito a Detox, tra cui Miroglio, Valentino e Burberry».

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