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Migranti: Greenpeace sostiene la missione di Mediterranea contro i naufragi di stato

Comunicato stampa - 4 ottobre, 2018
Greenpeace sostiene la nave “Mare Ionio” e tutti coloro, dalle ONG alla Guardia Costiera, che si impegnano a salvare vite umane in mare nel rispetto degli obblighi imposti dal Diritto Internazionale e dall’umana coscienza.

“La nostra è un’associazione nata sul mare. E la prima regola di un uomo di mare è che non si lascia nessuno in mare. Abbandonare un naufrago è un’azione infame: ci perdi il rispetto, il sonno, l’anima. Non si fa, e basta. Più volte abbiamo ribadito che criminalizzare chi salva vite in mare è una barbarie, e a questa barbarie non vogliamo arrenderci” commenta Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.

Greenpeace ritiene che gli attuali flussi migratori siano già da inquadrare nel più ampio contesto della “Giustizia climatica”. Sebbene sia difficile considerare i cambiamenti climatici come la sola causa di questi flussi migratori, è ormai accertato che gli impatti del cambiamento climatico sono una delle cause che spingono ogni anno milioni di uomini, donne e bambini ad abbandonare le proprie case, terre, comunità.

Ad esempio, Greenpeace ricorda come l’ultimo rapporto congiunto di FAO, WFP, UNICEF, OMS e IFAD (The State of Food Security and Nutrition in the World – SOFI 2018) è molto netto nel ricordare che il cambiamento climatico sta distruggendo i successi ottenuti nel ridurre la fame sul Pianeta, dichiarando che “l’esposizione a eventi climatici estremi, intensi e complessi rischia di erodere e ribaltare quanto è stato fatto finora per porre termine alla fame e alla malnutrizione”.

L’Europa e l’Italia hanno, come tutti i Paesi sviluppati, una responsabilità innegabile riguardo al degrado ambientale in generale e ai cambiamenti climatici in particolare e devono coerentemente intervenire per rimuovere le cause di queste migrazioni forzate e, al tempo stesso, soccorrere e accogliere coloro che fuggono da disastri di cui siamo corresponsabili.

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