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Pesca alle acciughe, stock al collasso ma il ministro Martina premia anche chi pesca illegalmente

Comunicato stampa - 27 aprile, 2016
Greenpeace risponde al ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che annuncia oggi di aver autorizzato la pesca di acciughe e sardine con il sistema della volante a coppia.

Al Sottosegretario Giuseppe Castiglione che dice di aver “concluso positivamente un procedimento di verifica dei requisiti” delle imprese all’insegna della “trasparenza amministrativa e della collaborazione dei soggetti convolti, da quelle di categoria a quelle di tutela ambientale”, Greenpeace fa notare al contrario la scarsa trasparenza dimostrata e soprattutto il fatto di non aver preso in considerazione alcuni criteri fondamentali di sostenibilità ambientale e di rispetto delle regole nel concedere queste licenze di pesca. “Altro che trasparenza e sostenibilità, è vergognoso che il Sottosegretario Castiglione si vanti di cose mai fatte! Siamo stati avvisati con una nota e non è stato presentato alcun dato che giustifichi questa scelta scellerata”, dichiara Serena Maso, campagna mare di Greenpeace Italia.

Il ministro Martina, a seguito delle proteste di decine di migliaia di cittadini firmatari di una petizione di Greenpeace, si era impegnato l’estate scorsa a risolvere questa annosa questione nel rispetto degli obiettivi ambientali della Politica Comune di Pesca e sulla base di un approccio precauzionale.

L’allarme lanciato da Greenpeace sullo sfruttamento eccessivo delle acciughe, la specie più pescata in Italia non è una novità e la necessità di ridurre lo sforzo di pesca è confermata dagli esperti scientifici e dallo stesso Commissario europeo alla pesca Karmenu Vella, che solo poche settimane fa da Catania ha annunciato di voler attivare misure di emergenza per il Mediterraneo, le cui risorse sono in uno stato drammatico: circa il 95 per cento delle risorse ittiche è pescato eccessivamente.

“Le acciughe sono al collasso e gli esperti dicono di ridurre immediatamente la pesca. Per questo avevamo chiesto al ministero di fare un monitoraggio per valutare l’impatto di questi attrezzi - considerati dagli stessi esperti scientifici poco selettivi – e di stabilire dei piani di recupero dettagliati e che escludessero dalla regolarizzazione i pescherecci che in passato hanno commesso attività illegali. Ma al contrario il ministero anziché ridurre subito lo sforzo di pesca ha premiato tutti, anche gli illegali, senza prevedere misure aggiuntive per il recupero degli stock”, conclude Maso.

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