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Riforma PAC, Greenpeace: da Commissione Ue scarsa attenzione all’ambiente

Comunicato stampa - 1 giugno, 2018
Commentando la proposta della Commissione europea per una nuova PAC (Politica Agricola Comune) che affiderebbe ai governi nazionali la responsabilità di definire i piani nazionali per l’agricoltura, ma senza fissare delle garanzie affinché questi piani tutelino salute, ambiente e clima - Marco Contiero, direttore politiche agricole di Greenpeace Ue, dichiara:

«I piani della Commissione non offrono quasi nessuna protezione per la salute, l’ambiente e il clima. Dato che la Ue finanzia l’agricoltura industriale con miliardi di euro ogni anno, il minimo che ci si possa attendere è che questi investimenti aiutino a raggiungere obiettivi di tutela ambientale e a produrre cibo nutriente e salutare. Il Parlamento europeo e i governi nazionali devono ridefinire le priorità della PAC e smettere di finanziare grandi proprietari terrieri e aziende agricole di stampo industriale. Ognuno di noi ha il diritto di sapere che ciò che mangiamo non sta inquinando la nostra acqua, surriscaldando il pianeta o facendoci ammalare», conclude Contiero.

La Commissione propone di tagliare pesantemente i fondi disponibili per la protezione dell’ambiente, riducendo i fondi per lo sviluppo rurale del 25 per cento e mettendo fine alla soglia del 30 per cento di pagamenti diretti per quegli agricoltori che adottino pratiche che portano benefici all’ambiente.

La PAC proposta dalla Commissione ignora inoltre gli effetti su ambiente e salute della produzione intensiva di carne e prodotti lattiero-caseari. L’allevamento animale contribuisce per il 12-17 per cento alle emissioni di gas serra della Ue oltre a essere una fonte importante di inquinamento dell’acqua, del suolo e dell’aria; in particolare azoto e fosforo nell’acqua, ammoniaca e particolato fine nell’aria. L’inquinamento causato dall’azoto da solo costa alla Ue fino a 320 miliardi di euro l’anno.

L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) descrivono la resistenza agli antibiotici come “una delle maggiori minacce alla salute pubblica”, evidenziando l’allarme già lanciato dall’OMS. Un rapporto congiunto delle due agenzie conferma la presenza di batteri negli animali d’allevamento che hanno sviluppato resistenza ad antibiotici cruciali per la cura delle persone.

Greenpeace chiede una riduzione del 50 per cento della produzione globale di carne e prodotti lattiero caseari entro il 2050, per proteggere il clima, l’ambiente e la salute pubblica.

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