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GREENPEACE, WWF E IFAW: la UE vuole reintrodurre le reti killer spadare

Comunicato stampa - 16 settembre, 2005
L'Unione Europea si appresta a reintrodurre le reti da posta derivanti al Consiglio dei ministri della pesca, che si terrà lunedì 19 e martedì 20 a Bruxelles, come parte di un complesso di misure di regolamentazione della pesca nel Mediterraneo.

Immagine estratta dalla documentazione video allegata al rapporto dettagliato presentato da Greenpeace sulle attività delle spadare basato su osservazioni effettuate nei porti della Sardegna sud occidentale [ Isola di S. Antioco, porti di S. Antioco e Calasetta, e porto di Teulada ] nel mese di giugno del 2004.

Wwf, Greenpeace e Ifaw (International Fund for Animal Welfare) sostengono che questa norma porterebbe il Consiglio Ue, a violare le misure di diritto internazionale come le raccomandazioni del CGPM (Consiglio Generale Pesca nel Mediterraneo) e dell'ICCAT (Commissione per la Conservazione del Tonno Atlantico), nonché il Regolamento europeo1239/98 che stabilisce il bando alle reti da posta derivanti.

Alla riunione della prossima settimana, i Ministri vogliono esentare dal bando un tipo di reti derivanti noto come reti fisse galleggianti, usate per pescare anche tonni e pesce spada. Se questo emendamento dovesse passare – denunciano le associazioni – si darebbe il via libera alla pesca con reti galleggianti lunghe fino a sei chilometri, veri e propri muri nell'acqua nei quali incapperebbero specie protette quali delfini e tartarughe marine.

"È vergognoso che siano i ministri della Pesca a ignorare delle risoluzioni legalmente vincolanti. Il Consiglio sta aprendo una pericolosa falla nella regolamentazione della pesca, facendo un passo indietro su una legge che rappresenta una conquista importante nella protezione delle specie di mammiferi marini che finiscono imbrigliati in queste reti e per questo sono state bandite" affermano Fulco Pratesi, presidente del WWF e Donatella Massai, direttore generale di Greenpeace

"Questo tentativo di legalizzare le spadare potrebbe anche rappresentare uno stop per il bando nel mar Baltico recentemente adottato" sostiene infine Gaia Angelini, dell'Ifaw.

Greenpeace, IFAW e WWF si appellano al senso di responsabilità dei Ministri dell'UE perché non si compia un passo indietro di vent'anni e non venga più ripristinato l'uso di tali reti per tonni e pesci spada e che si continui sul cammino dell'abbandono definitivo di qualunque rete derivante dal mare.

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