Greenpeace e WWF affermano la necessità di introdurre nel REACH il principio di sostituzione, a tutela del diritto alla salute dei cittadini.
Sempre secondo l'OMS l' esposizione alle sostanze chimiche sul
lavoro ha provocato in tutto il mondo oltre 2 milioni e 600mila
nuovi casi di malattie croniche delle vie respiratorie, della
pelle, tumori e malattie neurologiche, mentre un terzo delle
malattie che colpiscono i bambini sarebbero da ricondurre
all'esposizione a sostanze inquinanti. È urgente una rapida
approvazione ed il rafforzamento in sede di Parlamento Europeo del
regolamento REACH (Registrazione, Valutazione ed Autorizzazione
delle sostanze chimiche) sulla produzione e commercializzazione
delle sostanze chimiche. L' " 'Appello per una legislazione più
efficace e rigorosa sulle sostanze chimiche, a tutela della salute
e dell'ambiente" è stato presentato oggi a Roma nel corso di una
conferenza stampa che ha visto per la prima volta insieme, sul tema
dello STOP alle sostanze tossiche, associazioni ambientaliste, di
tutela dei consumatori e della salute, sindacati.
Rafforzare REACH vuol dire: affermare il principio di
sostituzione di tutte le sostanze chimiche più pericolose;
garantire, da parte delle industrie, un'informazione esauriente per
le sostanze immesse sul mercato; assunzione del principio "nessun
dato-nessun mercato" che obbliga le industrie alla registrazione
dei dati relativi alle sostanze immesse; sviluppare test
alternativi in vitro al posto dei test sugli animali con adeguati
finanziamenti; stabilire l'equiparazione tra prodotti importati e
quelli prodotti nell'Unione Europea; informazione chiara e completa
accessibile e disponibile al pubblico riguardo all'identità dei
produttori, quantità e qualità delle sostanze prodotte. Punti fermi
che le associazioni ambientaliste, dei consumatori e dei sindacati
chiedono che siano inseriti nella nuova regolamentazione delle
sostanze attualmente al vaglio del Parlamento Europeo e del
Consiglio dei Ministri di Ambiente, Salute e Attività produttive.
Il prossimo voto avverrà alla commissione Ambiente del Parlamento
Europeo il 3 e 4 ottobre mentre le lobby industriali spingono per
una ulteriore riduzione degli obblighi previsti.
All'incontro odierno, moderato da Barbara Carazzolo giornalista
di "Famiglia cristiana", hanno preso parte esponenti di tutte le
organizzazioni: l'introduzione È stata affidata ad Alberto
Mantovani, tossicologo dell'Istituto Superiore di Sanità, che ha
tracciato le linee della strategia europea su "Salute e Ambiente".
"La proposta di nuova regolamentazione REACH È essenziale per la
conservazione dell'ambiente, la protezione della natura e della
biodiversità, per la salute dei consumatori e dei lavoratori, per
il futuro delle imprese europee" hanno spiegato i firmatari
dell'appello. Ma il progetto attuale deve essere migliorato, ed È
per questo che associazioni e sindacati hanno presentato oggi in
conferenza stampa questo appello, rivolto in particolare ai
rappresentanti italiani al Parlamento Europeo. "È urgente - hanno
detto - introdurre un approccio preventivo ai danni alla salute
provocati dall'inquinamento chimico, come hanno confermato
oncologi, tossicologi ed epidemiologi in occasione di un recente
incontro dell'Unesco su "Cancro, ambiente e società". I firmatari
sottolineano come l'approvazione di REACH sarà anche uno stimolo
per la ricerca e o sviluppo di politiche innovative, e chiedono di
sostenere con politiche adeguate il processo di introduzione del
nuovo regolamento europeo, soprattutto per le piccole e medie
imprese.
Le sostanze chimiche sono utilizzate per la produzione di un
gran numero di merci di largo consumo e fanno parte integrante
della nostra vita quotidiana. Si trovano nei cosmetici, negli
apparecchi elettronici, nel mobilio, nei giocattoli, nei
rivestimenti. Sia durante i processi produttivi che durante il loro
uso e smaltimento come rifiuti, contaminano l'acqua, l'aria, il
suolo, ed entrano nella catena alimentare fino a giungere all'uomo.
Le proprietà tossicologiche ed ecotossicologiche del 95% di queste
sostanze non sono conosciute. Alcune di loro si accumulano
nell'ambiente e non si decompongono nemmeno dopo moltissimi
anni.