Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Greenpeace: all'Iwc il Giappone salvi le balene e liberi gli attivisti di Greenpeace!

Comunicato stampa - 23 giugno, 2008
“La riunione Plenaria della Commissione Baleniera Internazionale (IWC) che si apre oggi a Santiago del Cile deve prendere provvedimenti immediati per assicurare un futuro delle balene e non dei balenieri.” - afferma Alessandro Giannì, responsabile della campagna Mare di Greenpeace Italia - “Anche quest'anno il Giappone ha minacciato la riapertura unilaterale della caccia commerciale alle balene, se la Commissione non deciderà di riaprire la caccia. Ricattare la Commissione Internazionale e arrestare due attivisti non-violenti è un segnale evidente che il Giappone non è disposto al compromesso.”

Lo scorso 20 giugno, infatti, due attivisti di Greenpeace - Junichi Sato

e Toru Suzuki - sono stati arrestati per aver fatto emergere uno

scandalo sul furto e contrabbando della carne di balena che coinvolge il

governo giapponese. Gli attivisti sono stati accusati di aver rubato una

scatola di carne di balena che era stata presentata pubblicamente come

prova del contrabbando.

"Il Giappone deve approfittare dell'IWC per annunciare al mondo civile

la fine del suo cosiddetto programma di "caccia scientifica" alle balene

e rilasciare immediatamente i due attivisti di Greenpeace" - continua

Giannì - "In Giappone due attivisti innocenti, che hanno dimostrato come

la ricerca scientifica sia solo una copertura, sono in galera senza

alcuna accusa formale, mentre chi uccide le balene per profitto e non

certo per la scienza è ancora a piede libero."

Greenpeace chiede all'IWC di adottare anche misure immediate per ridurre

altre minacce alle balene prodotte dall'uomo, come l'inquinamento, i

rumori subacquei e i sonar, le collisioni con le navi, i cambiamenti

climatici e soprattutto l'uccisione accidentale nelle reti da pesca,

invece di perder tempo a discutere di maggiori quote di caccia. Soltanto

le reti uccidono 300,000 balene e delfini ogni anno - uno ogni novanta

secondi. Ad esempio, in Italia continua l'uso illegale delle reti

derivanti (le cosiddette spadare) che ogni anno uccidono decine di

cetacei: soprattutto capogli e stenelle.

"Greenpeace ritiene che 'IWC debba trasformarsi in un organismo che

lavora per le balene e non per i balenieri" conclude Giannì-"Ci sono

già abbastanza problemi per le balene, a questi non dobbiamo aggiungere

la caccia. I governi riuniti in Cile devono cogliere l'opportunità di

rendere l'IWC, che rischia di diventare un arnese obsoleto della

politica internazionale, un organismo leader nella conservazione degli

Oceani".

Categorie