Comunicato stampa - 19 giugno, 2006
Mentre si sta per chiudere nei Caraibi, a St. Kitts e Nevis, la cinquantottesima sessione dell'Iwc (Commissione internazionale Baleniera), Greenpeace ha deciso che tornerà con le proprie navi nell'Oceano meridionale. La battaglia contro la caccia alle balene, infatti, non si ferma.Il Giappone è riuscito a far passare la "Dichiarazione di St Kitts e Nevis", una risoluzione - non vincolante però - a favore della caccia ai grandi cetacei. Per riuscire a riaprire la caccia commerciale alle balene sarebbe stata necessaria la maggioranza qualificata che anche quest'anno il Giappone non ha raggiunto, avendo perso su tutte le votazioni. Non è riuscito a eliminare le misure di protezione dei piccoli cetacei, a introdurre il voto segreto, a consentire la caccia delle balenottere minori e di Bryde nelle proprie acque territoriali, ad abolire il Santuario dell'Oceano meridionale. L'unico valore della risoluzione approvata è simbolico: per la prima volta il Giappone con la sua lobby ha conquistato una maggioranza all'Iwc.
Alcuni attivisti di Greenpeace mostrano la carcassa di una balena morta davanti all'ambasciata giapponese a Berlino, per protestare contro la caccia alle balene permessa dalle autorità di Tokyo.
"È ridicolo che qualcuno all'interno della Commissione pensi
davvero di promuovere la caccia alle balene in base al falso
assunto che mangiano troppi pesci e quindi minacciano l'attività di
pesca. È come se si imputasse ai picchi la deforestazione del
pianeta!" afferma Alessandro Giannì, a bordo della "Rainbow
Warrior" di Greenpeace. "Per milioni di anni pesci e balene hanno
convissuto senza problemi. Negli ultimi anni, armate di pescherecci
industriali, con le reti a strascico e le reti derivanti hanno
portato al collasso gli stock ittici. La Rainbow Warrior è partita
questa mattina da Genova proprio per denunciare la pesca illegale
nel nostro mare, anche in pieno Santuario dei Cetacei".
Secondo una recente ricerca di mercato condotta in Giappone
(Nippon Reserch Center/Gallup), più del 77 per cento dei giapponesi
è contrario alla caccia alle balene in mare aperto. Solo il 4,7 per
cento mangia spesso carne di balena, gli altri giapponesi raramente
o mai. Rispetto all'ultima ricerca di quattro anni fa il consenso
alla caccia alle balene è in calo, in particolare tra le donne e i
giovani.
Domani si chiuderà la riunione della Commissione internazionale
Baleniera: l'appuntamento è per il prossimo anno proprio in
Giappone e lo schieramento a favore della caccia alle balene
cercherà naturalmente di sfruttare questa occasione per riaprire la
caccia alle balene. "Le pressioni del Giappone sulle autorità di St
Kitts hanno tenuto la nave di Greenpeace lontana dall'isola ma non
azzittiranno la nostra protesta. Torneremo nell'Oceano meridionale
per cercare ancora di fermare le baleniere giapponesi" conclude
Giannì.