Comunicato stampa - 24 marzo, 2009
Doppio blitz Greenpeace questa mattina per protestare contro l’acquisto di legno illegale liberiano che potrebbe essere utilizzato da parte di Metro spa per il lavori di manutenzione e ampliamento delle metro A e B della capitale.
Tra la fine degli anni '90 e il 2003, il traffico di armi verso la Liberia, bandito dall'Onu, ha cominciato a seguire le rotte commerciali del legno. Tra il 1998 e il 2000, la produzione liberiana di legno è cresciuta a dismisura per mantenere l'esercito, le diverse milizie e le unità da combattimento come l'Anti Terroristic Unit [ ATU ] e la Special Operation Division [ SOD ], entrambe accusate da Amnesty International e dalla Commissione Cattolica Giustizia e Pace di violazione dei diritti umani e di uccisioni extragiudiziali di civili.
Climbers ed attivisti hanno srotolato un enorme striscione alla
stazione metro del Colosseo a Roma con il messaggio "African forest
destruction sponsored by Metro" per informare i cittadini del
rischio che per i lavori di ristrutturazione e ampliamento della
metropolitana di Roma si usi legno illegalmente tagliato in
Liberia. Nel frattempo al porto di Ravenna gli attivisti sono
intervenuti per marchiare il legname a cui si sono incatenati
chiedendo l'intervento del Corpo Forestale dello Stato e dell'ente
certificatore FSC.
La maggior parte del carico, giunto a Ravenna, è stato
acquistato dall'azienda Interwood Srl, che ha recentemente vinto un
appalto di 720 mila euro con MeT.Ro Roma Spa, l'azienda
responsabile della gestione e dell'ampliamento della metropolitana
di Roma. Interwood, informata da Greenpeace, si è dimostrata
disponibile a un incontro per dare spiegazioni e stabilire un
dialogo.
L'utilizzo di legname di provenienza illegale per il trasporto
pubblico mette in discussione gli impegni del Comune di Roma che,
aderendo al progetto di Greenpeace "Città amiche delle Foreste"
avrebbe dovuto, secondo quanto vi si legge, "dare indicazioni ai
dipartimenti competenti affinché nei capitolati per la fornitura di
prodotti in legno e derivati sia previsto l'obbligo per le aziende
interessate, di dotarsi di un sistema internazionale accreditato di
certificazione ambientale, al fine di garantire il rispetto di
criteri di gestione sostenibile delle aree forestali e l'adozione
di procedimenti produttivi rispettosi dell'ambiente".
"Il legno che potrebbe finire nei binari nella nostra metro è
senza dubbio illegale. Ha alimentato distruzione, guerra e
cambiamenti climatici - denuncia Chiara Campione, responsabile
campagna Foreste di Greenpeace Italia - per questo motivo chiediamo
formalmente alla MeT.Ro spa di impegnarsi a riformulare il bando
vinto da Interwood e dimostrare inequivocabilmente che il legno
illegale arrivato a Ravenna non verrà utilizzato in alcun modo per
i nostri trasporti pubblici. Amiamo la metropolitana ma non
possiamo credere che la si voglia costruire deforestando l'Africa e
il Pianeta. DITECI CHE NON E' VERO".
L'Italia è, ancora oggi, uno dei porti più importanti per
l'ingresso del legno illegale in Europa. Per questo motivo il
nostro Paese ha l'obbligo morale di assumere un ruolo determinante
nel promuovere soluzioni adeguate. L'Italia deve ripagare il suo
debito destinando almeno 4 miliardi di euro entro il 2020, a un
fondo per aiutare i paesi in via di sviluppo, inclusa la Liberia, a
difendersi dai cambiamenti climatici e a ridurre le loro emissioni
di gas serra proteggendo le loro foreste.
Notes: Scarica il Forest Crime:
www.deforestazionezero.it