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No ai brevetti su sementi e animali da allevamento

Comunicato stampa - 11 giugno, 2007
Divieto globale alla brevettabilità di sementi e animali da allevamento. Questa la richiesta avanzata oggi a Roma dalla nuova coalizione “No Patent on Seeds” formata da Greenpeace, Swissaid e Coldiretti, la più grande organizzazione agricola italiana, insieme a più di trenta associazioni agricole del mondo e centinaia di altre organizzazioni (www.no-patents-on-seeds.org). L’appello è stato lanciato nell’ambito di un convegno tra esperti del settore organizzato presso la FAO. “No Patents on Seeds” teme che, soprattutto in Europa, si diffondano sempre più brevetti su piante e animali da allevamento ottenuti con convenzionali tecniche di selezione. L’incontro di Roma rappresenta la premessa alla grande conferenza internazionale sull’argomento che si terrà a Interlaken (Svizzera) a settembre.

Greenpeace si oppone al rilascio nell'ambiente di OGM e critica quella scienza che applica alla complessità del "mondo reale" modelli da laboratorio super semplificati, mettendo a rischio la biodiversità, la salute dei cittadini e l'ambiente.

"Le grandi multinazionali come Syngenta, stanno chiedendo brevetti su colture fondamentali come il riso". ha spiegato Tina Goethe di Swissaid. "La coalizione mondiale continuerà a fare pressione sulle multinazionali come Syngenta per bloccare questi brevetti che minacciano la sicurezza alimentare a livello mondiale".

Ma non soltanto le sementi sono soggette a queste richieste di monopolio. Secondo una ricerca di Greenpeace, la multinazionale statunitense Monsanto sta predisponendo dozzine di richieste  nell'ambito dell'allevamento convenzionale di maiali. Brevetti sugli animali da allevamento servirebbero solo ad aiutare le grandi aziende che controllano le varietà genetiche delle razze animali, ad aumentare potere e controllo del mercato, come ha sottolineato una recente ricerca della League for Pastoral Peoples and Endogenous Livestock Development. Per gli allevatori di piccole dimensioni diventa molto difficile competere quando i sussidi pubblici, i fondi per la ricerca e i regolamenti favoriscono l'industria.

"Ci ha scioccato scoprire che la Monsanto stia pianificando anche il controllo del settore zootecnico, dopo essere già divenuti il numero uno nel settore delle sementi", ha detto Federica Ferrario di Greenpeace Italia. "Siamo perciò contenti che la FAO stia affrontando questo tema, in un momento che può essere decisivo per la disponibilità futura di alimenti a livello mondiale".

"Dobbiamo fermare la brevettabilità delle risorse genetiche di piante e animali convenzionali, altrimenti agricoltori e consumatori perderanno il controllo della filiera agroalimentare dalla terra alla tavola", ha ribadito Coldiretti. "L'obiettivo è difendere non solo la sovranità alimentare, ma anche un modello di agricoltura sostenibile che rispetti la qualità e la biodiversità. Questo modello grazie ai requisiti garantiti dalle imprese agricole interessate dalla PAC rappresenta un patrimonio inalienabile per la società di oggi e domani".

"No Patents on Seeds" nasce come una petizione mondiale indirizzata all'Ufficio europeo dei brevetti (EPO) dove è stata recentemente discussa la richiesta di brevettare una varietà di broccolo, registrandone i sementi e le parti commestibili, oltre all'intera pianta. Brevetti simili per mais e riso affliggerebbero soprattutto le nazioni del Sud del mondo.

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