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L'Islanda riprende caccia alle balene

Comunicato stampa - 17 ottobre, 2006
Il governo islandese ha deciso oggi di riprendere la caccia commerciale alla balena, come aveva minacciato di fare tre anni fa. Greenpeace propose allora al governo che avrebbe sostenuto l'ecoturismo nel Paese in cambio dell'impegno ad abbandonare la caccia. La quota prevista è di 30 balenottere minori e 9 balenottere comuni.

Il governo islandese ha deciso di riprendere la caccia commerciale alle balene.

"I turisti vanno in Islanda per osservare le balene, non per vederle squartate dai balenieri, tanto più che non c'è mercato per questa carne mentre il profitto che viene dall'ecoturismo è molto più elevato. Una balena vale più da viva che da morta" afferma Alessandro Giannì, responsabile mare di Greenpeace. "Non solo, per il governo questa ripresa non minaccia le specie in pericolo, mentre la balenottera comune, a dispetto del nome, è minacciata d'estinzione".

"La moratoria è tuttora in vigore" continua Giannì. "Perchè investire in un'industria del passato, gestita da un'unica impresa?". Solo l'1,1 per cento degli islandesi mangia carne una volta o settimana o più - secondo un recente sondaggio - mentre l'82% dei ragazzi dai 16 ai 24 anni non l'ha mai mangiata.

Nel 2003 l'Islanda aveva ripreso la caccia ai cetacei, con la scusa della ricerca "scientifica", dopo una moratoria durata 14 anni. Operano nel paese 12 compagnie di whale watching per un giro d'affari stimato nel 2001 in 8,5 milioni di dollari: i turisti sono principalmente tedeschi e americani, seguiti da inglesi, svedesi e danesi. Greenpeace sottolinea come siano già molti i turisti che stanno cancellando i viaggi in Islanda a causa della caccia alle balene. Il giro d'affari della caccia alle balene negli anni '86-'89, anno nel quale è stata bloccata, è stato di appena 3-4 milioni di dollari.

La decisione di oggi arriva a quattro mesi dalla risoluzione della Commissione Baleniera Internazionale che giudicava "non più necessaria d'ora in avanti" la moratoria sulla caccia alla balena. "Il Giappone compra i voti dei paesi in via di sviluppo per sostenere la caccia. I Paesi come l'Italia devono cercare alleati per fermare questa vergogna"

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