Comunicato stampa - 23 giugno, 2005
Mentre si appresta a chiudere la riunione della Commissione baleniera Internazionale - Iwc, in corso da lunedì a Ulsan, in Corea del Sud, Greenpeace lancia l'allarme sul futuro delle balene.
Si chiude l'edizione della IWC del 2005 tenutasi ad Ulsan in Corea del Sud.
Nonostante i Paesi balenieri non abbiano conquistato i voti necessari
ad aumentare le quote di caccia alle balene, il Giappone ha annunciato
che andrà avanti e raddoppierà la caccia nelle acque antartiche: a
dicembre dovrebbero finire sotto gli arpioni giapponesi quasi un
migliaio di balene, inclusa la rara, a dispetto del nome, balenottera
comune.
"Il Giappone è fiducioso che riuscirà nella riunione del
prossimo anno a portare dalla sua parte abbastanza Paesi per riaprire
la caccia commerciale alle balene. E' una prospettiva terribile, frutto
della politica di acquisto voti di questo Paese, in contrasto con
l'opinione pubblica mondiale" commenta Donatella Massai, direttore
generale di Greenpeace.
Greenpeace ha riconosciuto gli sforzi dei Paesi
conservazionisti, ma ora è il momento di andare oltre la retorica
politica e assicurare con passi concreti la protezione delle balene. La
IWC dovrebbe anche dotarsi di strumenti per rispondere alle minacce di
fronte a cui si trovano oggi i cetacei, dalle catture accidentali nelle
reti da pesca all'inquinamento e alle conseguenze dei cambiamenti
climatici. "La Commissione ha mandato un segnale chiaro al Giappone,
chiedendo di sospendere il loro programma di caccia che include anche
specie in pericolo come la megattera e la balenottera comune, eppure
questo Paese continua impunentemente ad ignorare le risoluzioni
internazionali" afferma Massai. L'Islanda, che pure caccia balene per
presunte ricerche scientifiche, dovrebbe annunciare in questi giorni la
sua quota. La nave di Greenpeace, "Arctic Sunrise", è attualmente in
Islanda per proporre alternative sostenibili alla caccia alle balene,
come il whale watching.