Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Distretto idrogeno a Marghera? Una truffa ambientale

Comunicato stampa - 24 gennaio, 2005
Greenpeace commenta il progetto per la realizzazione di un distretto dell'idrogeno nell'area industriale di Porto Marghera, annunciato oggi a Venezia dal Ministero dell'Ambiente e dalla Regione Veneto.

Il petrolchimico di Marghera.

"È una truffa ai danni dell'ambiente e della salute umana. Si finanzia con i soldi pubblici un progetto che serve a giustificare la permanenza di attività pericolose ed inquinanti, quali il ciclo del cloro e la produzione di energia elettrica da carbone, nell'area di Marghera" commenta Roberto Ferrigno, direttore campagne di Greenpeace.

Greenpeace sottolinea come questa presa in giro avvenga proprio nel momento in cui sono state raccolte quasi 10.000 firme tra gli abitanti di Marghera per chiedere una consultazione popolare sulla permanenza delle attività pericolose in Laguna.

"Mentre l'Europa considera la creazione di piattaforme tecnologiche innovative per la produzione di idrogeno da energie rinnovabili una delle priorità di un piano per lo sviluppo sostenibile, l'Italia utilizza 5 milioni di euro di fondi pubblici per favorire gli interessi di soggetti come ENEL e Syndial, veri dinosauri dell'energia e della chimica insostenibili a Marghera" continua Ferrigno. "Non c'è nulla di innovativo nel produrre idrogeno coi rifiuti di centrali a carbone, di raffinerie petrolifere e di impianti di cloro-soda e fosgene. L'unico obiettivo di questa iniziativa è di incoraggiare la permanenza di industrie pericolose e inquinanti a Marghera. Un aperto sostegno per ulteriori crimini ambientali".

Categorie