Comunicato stampa - 20 ottobre, 2009
A poche settimane dall’avvio della Conferenza delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen, i ministri europei dell’Economia riuniti oggi al vertice ECOFIN hanno fallito nuovamente a indicare l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie per aiutare i Paesi in via di sviluppo a contrastare i cambiamenti climatici.
"Quello di oggi è un altro grave passo per spingere la
conferenza di Copenhagen verso il fallimento totale" denuncia
Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di
Greenpeace "La questione finanziaria è un punto cruciale per
sbloccare i negoziati, ma la mancanza di leadership da parte dei
ministri europei ci spingerà verso il muro contro muro".
A questo punto la decisione verrà rimessa ai prossimo summit
europeo dei Capi di Stato, tra dieci giorni. Greenpeace esorta
tutti i leader europei a mantenere fede alla leadership sul clima e
chiede all'Europa di contribuire con 35 miliardi di euro all'anno,
fino al 2020, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a ridurre le
proprie emissioni, per fermare la deforestazione, e per misure di
adattamento agli impatti inevitabili dei cambiamenti climatici.
"Se i capi di Stato non metteranno una pezza la passo falso di
oggi, non ci sarà alcun accordo a Copenhagen e l'umanità andrà
incontro a migrazioni di massa, aumento della fame nel mondo,
perdita di interi ecosistemi ed estinzioni del 30 per cento delle
specie viventi oggi conosciute, - ricorda Tedesco. - I costi per
l'economia saranno pari al 20 per cento del Pil mondiale, dunque i
soldi da investire oggi sono minimi rispetto ai costi futuri degli
impatti climatici".