Comunicato stampa - 9 gennaio, 2008
Greenpeace sostiene che attribuire alla mancanza di inceneritori l’emergenza in Campania è del tutto fuorviante. A parte l’impatto della combustione, per costruire l’inceneritore di Acerra non sono bastati sette anni, mentre una seria raccolta porta a porta può intercettare in pochi mesi quote di differenziata ben superiori al 50%.
Nell’immediato, la priorità è quella di togliere l’immondizia dalle strade, la risposta più rapida è ricorrere a un deposito temporaneo anche sul demanio militare, ma è indispensabile avviare subito una campagna per la raccolta differenziata porta a porta.
In Campania, il problema nasce dalla scarsa volontà politica e
capacità strategica di gestire un problema che "marcisce" da anni,
oltre che dalla collusione della criminalità organizzata.
Gli impianti d'incenerimento, anche se inseriti in un ciclo
integrato dei rifiuti, minano tutte le possibili strategie di
gestione virtuosa. Bisogna quindi spostare l'attenzione dalle
scelte di smaltimento alle azioni di prevenzione.
Greenpeace ritiene che la soluzione nel medio periodo si debba
basare sull'adozione immediata di programmi di raccolte
differenziate porta a porta, volte a isolare subito la frazione
organica dei rifiuti (che costituisce in media il 30-40% dei nostri
sacchetti), facilmente trasformabile in compost di qualità in
impianti dedicati che vanno costruiti.
"E' una vera ipocrisia attribuire la colpa di quanto sta
accadendo ora a chi, come Greenpeace o i cittadini, si è opposto
agli inceneritori -denuncia Giuseppe Onufrio, direttore delle
Campagne di Greenpeace- Infatti, quando 10 anni fa si chiedeva la
moratoria sugli inceneritori si chiedeva anche il decollo di un
vero sistema di raccolte differenziate che, lo ribadiamo ancora,
può dare risposte importanti nel giro di pochi mesi se condotto con
la necessaria determinazione, capacità e coordinamento tra le
istituzioni".
Il Governo concede, per le raccolte differenziate, quattro mesi
ai Comuni interessati: con ogni probabilità si tratta di un
annuncio di commissariamento a tappeto. Una posizione che, come i
fatti dimostrano, finora non ha portato ad alcuna risoluzione al
problema rifiuti. L'annuncio del terzo inceneritore va nella
direzione sbagliata.
Secondo Greenpeace, con il sistema del porta a porta non solo si
raggiungono rese che si avvicinano o superano il 70% e sono di
migliore qualità, ma si crea anche una maggiore occupazione (talora
con un aumento del 50%). Con un'incisiva campagna di
sensibilizzazione dei cittadini si possono raggiungere alti livelli
di raccolta domiciliare.
La costruzione di impianti di trattamento meccanico biologico
per il residuo della raccolta differenziata spinta (15-30%) è un
ulteriore passo per migliorare la gestione dei rifiuti. Il
materiale che è stato sottoposto a questo trattamento può poi
essere smaltito in una discarica "in correttezza", in quanto si
riduce del 90% la sua potenzialità inquinante. L'eliminazione della
parte organica dai rifiuti riduce di molto il rischio ambientale:
cosa che non avviene per le "ecoballe" in Campania.
Notes: La posizione di Greenpeace sulla gestione dei rifiuti:
http://www.greenpeace.org/italy/ufficiostampa/rapporti/statement-rifiuti-urbani