Comunicato stampa - 29 marzo, 2007
Francesco Galanzino corre sull'acqua. Giovedì prossimo, infatti, il maratoneta testimonial di Greenpeace, si cimenta in una nuova gara, al Polo Nord. È l’unica competizione al mondo a svolgersi solamente sull’acqua ghiacciata. Così si presenta, infatti, il primo strato di spessore variabile da 1 a 3 metri, mentre per i rimanenti 3.600 metri di profondità della calotta artica liquidi.
Francesco Galanzino, 45 anni, è un imprenditore di Tortona sposato con Simona e padre di Giacomo e Giulio. Istruttore di arrampicata sportiva con innumerevoli vie di roccia e cascate di ghiaccio all'attivo nelle Alpi italiane e francesi, Galanzino ha effettuato numerose spedizioni in alta quota in Pakistan e Bolivia. Nel 2005 ha corso oltre 2.500 Km e partecipato a diverse gare di trail running con ottimi risultati. È stato tedoforo per le Olimpiadi Invernali di Torino 2006.
La partenza del maratoneta italiano, che ha già corso come
testimonial della campagna Energia e Clima di Greenpeace nei
deserti più estremi del pianeta (Atacama, Gobi e Sahara), non
avviene in un momento casuale. Il 6 aprile, infatti,verrà
presentata la seconda parte del "Quarto Rapporto di Valutazione sui
Cambiamenti Climatici" dell'Ipcc, dedicato proprio agli impatti dei
cambiamenti climatici.
L'Artico è uno dei luoghi del pianeta dove più evidenti sono gli
effetti del riscaldamento globale. Ogni anno perde un'area di
ghiacci pari all'intera Olanda e si stima che lo spessore della
banchisa sia già diminuito del 40 per cento. Secondo diversi studi
scientifici, entro poche decine di anni l'Oceano Artico potrebbe
ritrovarsi privo di ghiaccio durante l'estate, con importanti
ripercussioni sull'ecosistema polare e sui suoi abitanti, come
l'orso bianco.
"C'è ancora la possibilità di contrastare i cambiamenti
climatici ma occorre agire ora per dimezzare le emissioni mondiali
di CO2 al 2050" afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna
Energia e Clima di Greenpeace. "Serve una rivoluzione energetica
immediata per abbandonare le fonti fossili tradizionali (per primo
il carbone) e sviluppare al massimo fonti rinnovabili e misure di
efficienza energetica".
L'Italia, purtroppo, è in forte ritardo sullo sviluppo delle
rinnovabili. "Chiediamo al governo come sia possibile raggiungere
l'obiettivo europeo del 25 per cento di elettricità al 2010. Gli
ostacoli allo sviluppo dell'eolico e la promozione dell'uso del
carbone rappresentano esattamente il contrario di quello che va
fatto" conclude Tedesco. "Quella che parte oggi è davvero una corsa
contro il tempo".