"L'accordo, infatti, non indica alcun anno di
riferimentorispetto a cui
si vuole operare tale riduzione, e non ha alcun obiettivo
intermedio
vincolante, come invece richiesto all'interno delle negoziazioni
delle
Nazioni Unite" afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna
Energia
e Clima di Greenpeace. "Per salvare il Pianeta dai peggiori
impatti dei
cambiamenti climatici occorre che i grandi del mondo decidano di
fissare
un obiettivo di riduzione di almeno il 50% al 2050 rispetto ai
livelli
del 1990 a livello globale. Questo vuol dire che i Paesi
industrializzati dovranno operare abbattimenti superiori
all'80%."
Il "Meeting delle Maggiori Economie" (MEM) promosso da Bush che
si
svolgerà domani ai margini del G8 sarà l'ennesimo incontro farsa
per
nascondere agli occhi del mondo che gli Usa si oppongono a
qualunque
obiettivo di riduzione vincolante per le emissioni di gas a
effetto
serra. Questo incontro, infatti, esclude quei Paesi che
soffrono
maggiormente per i cambiamenti climatici e tende a minare i
negoziati
sul clima delle Nazioni Unite.
Greenpeace rende noto che proprio ieri la Repubblica delle
Maldive ha
chiesto ai leader del G8 di impegnarsi in riduzioni vincolanti
di almeno
il 30 per cento delle emissioni al 2020. Le Maldive come le
altre
piccole isole dell'Oceano Indiano stanno, infatti, già
affrontando gli
impatti dei cambiamenti climatici, eventi meteo estremi che
spesso
significano vere tragedie come perdita di vite e di mezzi di
sostentamento.
"Gli incontri MEM di Bush sono un'inutile perdita di tempo e
dovrebbero
- come lo stesso Bush - essere consegnati alla storia. Siamo
d'accordo
che i governi abbiano incontri produttivi per salvare il clima
globale,
ma chi sta pagando già oggi le conseguenze del cambiamento del
clima
deve poter sedere al tavolo delle decisioni. Escludere i Paesi
più
vulnerabili non può contribuire al raggiungimento di un accordo
globale
entro il 2009" conclude Tedesco.