Questo sito utilizza cookie tecnici propri per migliorare la tua navigazione e cookie di terze parti per analisi statistiche e condivisione dei contenuti. Procedendo con la navigazione acconsenti all'uso di tutti i cookie. Per saperne di più clicca qui.

Greenpeace: riduzione dei gas serra del 50% al 2050? Al G8 è solo uno slogan!

Comunicato stampa - 8 luglio, 2008
Greenpeace sottoscrive pienamente quanto dichiarato oggi dal Ministro dell’Ambiente del Sud Africa, Marthinus van Schalkwyk, secondo cui l’accordo sul clima raggiunto dal G8 per ridurre le emissioni di gas serra del 50% al 2050 è solo un patetico slogan senza sostanza.

"L'accordo, infatti, non indica alcun anno di riferimentorispetto a cui

si vuole operare tale riduzione, e non ha alcun obiettivo intermedio

vincolante, come invece richiesto all'interno delle negoziazioni delle

Nazioni Unite" afferma Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia

e Clima di Greenpeace. "Per salvare il Pianeta dai peggiori impatti dei

cambiamenti climatici occorre che i grandi del mondo decidano di fissare

un obiettivo di riduzione di almeno il 50% al 2050 rispetto ai livelli

del 1990 a livello globale. Questo vuol dire che i Paesi

industrializzati dovranno operare abbattimenti superiori all'80%."

Il "Meeting delle Maggiori Economie" (MEM) promosso da Bush che si

svolgerà domani ai margini del G8 sarà l'ennesimo incontro farsa per

nascondere agli occhi del mondo che gli Usa si oppongono a qualunque

obiettivo di riduzione vincolante per le emissioni di gas a effetto

serra. Questo incontro, infatti, esclude quei Paesi che soffrono

maggiormente per i cambiamenti climatici e tende a minare i negoziati

sul clima delle Nazioni Unite.

Greenpeace rende noto che proprio ieri la Repubblica delle Maldive ha

chiesto ai leader del G8 di impegnarsi in riduzioni vincolanti di almeno

il 30 per cento delle emissioni al 2020. Le Maldive come le altre

piccole isole dell'Oceano Indiano stanno, infatti, già affrontando gli

impatti dei cambiamenti climatici, eventi meteo estremi che spesso

significano vere tragedie come perdita di vite e di mezzi di sostentamento.

"Gli incontri MEM di Bush sono un'inutile perdita di tempo e dovrebbero

- come lo stesso Bush - essere consegnati alla storia. Siamo d'accordo

che i governi abbiano incontri produttivi per salvare il clima globale,

ma chi sta pagando già oggi le conseguenze del cambiamento del clima

deve poter sedere al tavolo delle decisioni. Escludere i Paesi più

vulnerabili non può contribuire al raggiungimento di un accordo globale

entro il 2009" conclude Tedesco.

Categorie