Comunicato stampa - 17 marzo, 2005
Cinque anni dopo il lancio del cosiddetto "Golden Rice", Greenpeace sostiene che il progetto è tecnicamente fallito, non aiuta a risolvere il problema della malnutrizione ma, peggio, distoglie l'attenzione e i fondi dalle reali soluzioni al problema della carenza di vitamina A nei paesi poveri.
Riso modificato geneticamente.
Greenpeace è sicura che gli scienziati legati all'industria
riprenderanno presto la propaganda sul "Golden Rice", fuorviando
nuovamente il pubblico rispetto alle reali soluzioni al problema
della carenza di vitamina A. La realtà è che 5 anni di propaganda
non hanno portato a nessuna credibile soluzione per sconfiggere la
carenza di vitamina A presso popolazioni povere e malnutrite,
piuttosto hanno distolto l'attenzione da soluzioni disponibili,
probabilmente più economiche, più efficienti e maggiormente
sostenibili per l'ambiente e la salute.
Questo riso Ogm è stato presentato per la prima volta nel 2000
come una varietà modificata in laboratorio per produrre
pro-vitamina A [ betacarotene ]. Si diceva che avrebbe risolto il
problema della carenza di vitamina A nei paesi poveri, che causa
cecità e anche la morte. "L'industria sta cercando di vendere il
Golden Rice come una soluzione magica. In realtà è solo
un'eccessiva semplificazione del problema vitamina A, che serve a
far guadagnare consensi all'industria biotech in mercati difficili
per gli Ogm come India ed Europa" afferma Federica Ferrario,
campagna Ogm di Greenpeace. Una lettura attenta delle pubblicazioni
sul "Golden Rice" mostra che vengono tenuti nascosti alcuni
problemi tecnici. La pubblicazione originale, ad esempio, non
descriveva accuratamente il tipo di pro-vitamina A presente nel
Golden Rice. Infatti, la quantità riportata di beta-carotene
presente è stata significativamente sovrastimata. Il problema
principale è che allo stato attuale la scienza non è in grado di
capire come il riso OGM produca il beta-carotene nella pianta.
Non si hanno informazioni sulla sicurezza alimentare del riso
Ogm, mentre è già noto che tale varietà contaminerà quelle
selvatiche e le erbe infestanti imparentate, causando probabilmente
sia problemi ambientali che agronomici. Inoltre, ci sono varietà
tradizionali di riso che non solo contengono beta-carotene ma anche
altri elementi nutritivi come ferro, proteine e anche grassi che
sono necessari per metabolizzare il beta-carotene.
"Il riso Ogm, se introdotto su larga scala, potrebbe aumentare
la malnutrizione e minare ulteriormente la sicurezza alimentare
perché incoraggia una dieta basata su un singolo cibo industriale
piuttosto che la reintroduzione di diverse piante ricche di
vitamine, con alti valori nutrizionali, economiche e già
disponibili" afferma il professor Klaus Becker, dell'Università di
Hohenheim (Germania), uno degli autori del rapporto di Greenpeace
presentato oggi.