Comunicato stampa - 28 settembre, 2006
Come si fa a definire fonte rinnovabile il processo di combustione dei rifiuti? Contro questo paradosso sono state consegnate oggi ai Presidenti di Camera e Senato quasi 30 mila firme da Greenpeace e dalla Rete Nazionale Rifiuti Zero per chiedere l’abolizione del sussidio agli inceneritori. La produzione elettrica da incenerimento dei rifiuti è sussidiata, infatti, sia attraverso i costi di smaltimento che grazie agli incentivi che dovrebbero essere riservati alle fonti rinnovabili di energia, prive di emissioni inquinanti.
Manifestazione organizzata a Milano dal gruppo locale di Greenpeace, in occasione della giornata nazionale contro i sussidi statali all'incenerimento dei rifiuti organizzata il 26 novembre 2005.
"Nei rifiuti è presente sia una componente organica, le cui
emissioni di CO2 sono considerate nulle, che una componente di
plastiche che invece è una fonte fossile a tutti gli effetti in
quanto derivata dal petrolio, le cui emissioni vanno conteggiate"
spiega Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.
"Dai dati ufficiali che annualmente vengono presentati alla
Convenzione quadro sui cambiamenti climatici, risulta che a parità
di energia prodotta i termovalorizzatori emettono più anidride
carbonica rispetto alla media della produzione elettrica. Così gli
incentivi che dovrebbero essere dedicati alle fonti rinnovabili -
che hanno emissioni nulle di CO2 - vengono spesi per
aumentarle".
Per la produzione netta di un kilowattora da rifiuti si emettono
infatti circa 940 grammi di anidride carbonica, contro i 530 della
media nazionale (che comprende anche la quota da rinnovabili) e i
650 della sola componente termoelettrica. Si tratta di emissioni
più elevate di quelle delle fonti fossili: un impianto tradizionale
a carbone emette circa 900 grammi di CO2 per kWh e uno a gas a
ciclo combinato circa 370. "L'Italia, in ritardo rispetto allo
sviluppo delle nuove fonti rinnovabili - eolico, solare, biomasse -
e in gravi difficoltà per rispettare gli impegni di Kyoto, dovrebbe
semmai tassare e non incentivare gli impianti di incenerimento,
favorendo invece il riciclaggio ed il compostaggio" ricorda Rossano
Ercolini, della Rete Nazionale Rifiuti zero.
Da una tonnellata di rifiuti si producono circa 700 kWh e si
ricevono mediamente circa 70 euro di incentivi per la produzione di
elettricità. Ma una tonnellata di rifiuti incenerita emette circa
0,8 tonnellate di CO2 e riceve pure gli incentivi: se gli impianti
dovessero acquistare sul mercato i permessi di emissione,
dovrebbero pagare una cifra di 10-15 euro per tonnellata.
Quanta CO2 si emette per produrre un kilowattora?
- 940 grammi da incenerimento rifiuti solidi urbani Italia
- 900 grammi da impianto tradizionale a carbone
- 800 grammi da impianti a "carbone pulito"
- 720 grammi da olio combustibile
- 650 grammi valore medio Italia 2004 impianti termoelettrici
(media da fonti fossili)
- 530 grammi valore medio Italia 2004 (tutte le fonti)
- 500 grammi da gas da impianto tradizionale
- 370 grammi da gas da impianto a ciclo combinato
- 0 grammi da eolico
- 0 grammi da solare fotovoltaico
- 0 grammi da biomasse